Caro Salvagente,
vorrei fare analizzare un terreno coltivato ad uliveto appena acquistato per verificare se sono stati fatti trattamenti con erbicidi (Glifosato/RoundUp) ma non so a chi rivolgermi..sul web non si trova granchè: sapete aiutarmi?
Sabrina Bottesi
Cara Sabrina, abbiamo girato il suo quesito a Alberto Grimelli, giornalista, agronomo e direttore di TeatroNaturale.it, sito di riferimento per il mondo oleario. Ecco la sua risposta con dei suggerimenti molto utili:
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Il glifosate, come conoscono bene i lettori del Salvagente, è un erbicida non selettivo impiegato su colture arboree ed erbacee e su aree non destinate alle colture agrarie, quali siti industriali e civili, argini, scoline. Il glifosate si lega fortemente al suolo dove subisce una degradazione microbica con produzione del suo principale metabolita: l’Ampa (acido aminometilfosfonico). L’Ampa ha un’attività biologica di potenza paragonabile a quella del glifosate. Molto polare e altamente solubile in acqua. Studi di campo riportano una sua maggior persistenza rispetto al glifosate, con un tempo di dimezzamento pari a 240-958 giorni in alcuni tipi di suolo.
Generalmente, per comprendere il potenziale carico inquinante da glifosate le autorità pubbliche, con particolare riferimento all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale organo tecnico del ministero dell’Ambiente, eseguono analisi sulle acque superficiali (fossi, scoline, fiumi ecc). Queste analisi sono ritenute molto più affidabili dell’analisi del suolo, che pur possono rilevare la presenza di glifosate.
La sua difficoltà nell’eseguire un’analisi del suolo per scoprire la presenza di glifosate è legata all’esiguo numero di laboratori privati accreditati per tale ricerca. Le consigliamo, quindi, di rivolgersi più a laboratori ambientali che non agrari e, ove possibile, di contattare direttamente l’Agenzia per la protezione dell’ambiente regionale per sapere se offre questo servizio. Ovviamente le consigliamo sia la ricerca del glifosato sia dell’acido aminometilfosfonico per comprendere l’eventuale carico inquinante nel terreno.
Nel caso il glifosate (o il suo metabolita) sia presente nell’oliveto non disperi. Numerose ricerche indicano che la microflora e microfauna presente nel suolo sono in grado di degradare la sostanza fino a farla scomparire. Nel caso, quindi, è utile utilizzare tutti quegli accorgimenti agronomici (aumento sostanza organica, giusto rapporto carbonio/azoto, inerbimento…) volti a favorire l’attività microbica.