Torna la tassa sul sale. Almeno in Portogallo. Dal primo gennaio 2018 il governo di Lisbona ha intenzione di introdurre un prelievo sugli alimenti che contengono più di un grammo di sale ogni 100 grammi di prodotto (o 10 g per chilo) a cominciare dagli snack salati, patatine fritte, corn flakes e crackers. Chi avrà un contenuto inferiore alla soglia stabilità sarà esentato dal pagamento della tassa che costerà 80 centesimi ogni chilo di sale impiegato dalle aziende alimentari.
Il progetto portoghese, al momento unico in Europa, segue l’introduzione della tassa sulle bevande zuccherate introdotta nel gennaio di quest’anno. Il prezzo delle bevande fino a 80 grammi di zucchero per litro è aumentato di 0,15 euro, mentre quelle che superano la soglia costano 0,30 euro di più.
Il progetto approvato dal governo lusitano nel bilancio 2018 (OE2018) propone di investire l’extragestito nel “perseguimento della promozione della salute e prevenzione delle malattie”. Contemporaneamente aumenterà la pressione fiscale anche sugli alcolici: dell’1,5% per la birra e dell’1,4% per gli alcolici, i liquori e gli spumanti.
La reazione dei produttori di snack salati non si è fatta attendere: “Non ci sono motivi per il trattamento discriminatorio di snack poichè contribuiscono in modo marginale alla quantità di sale assorbita nella giornata. Inoltre, non esistono prove scientifiche o empiriche che le tasse discriminatorie alimentari riducano i tassi di obesità o migliorino la salute pubblica”.