Il 90,4% delle tortillas consumate in Messico contengono sequenze di mais transgenico mentre l’82% di toast, farina, cereali e snack contengono anche derivati ​​del mais transgenico. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Università nazionale autonoma del Messico Unam e dell’Università autonoma metropolitana Uam. I ricercatori “hanno campionato” praticamente tutti gli alimenti realizzati prevalentemente con il mais disponibili nei supermercati rilevando in quasi tutti tracce di mais transgenico di 3 tipi: NK603 (tolleranza al glifosato), 60,8 per cento; TC1507 (tolleranza al glufosinato ammonio e resistente agli insetti), 54,5 per cento;e MON810 (resistenza agli insetti), 34,9 per cento. I ricercatori hanno anche analizzato 10 alimenti etichettati come “liberi da transgenici”: tuttavia, anche nella metà di questo campione sono state trovate tracce di mais transgenico.
Lo studio dimostra che la normativa attuale che vieta la coltivazione di mais transgenico ma  – non di importarlo – non tutela sufficientemente i consumatori dal momento che quasi la totalità dei cibi risulta contaminata.
Lo studio pubblicato dalla rivista Agroecology and Sustainable Food Systems, evidenzia anche la presenza di tracce di glifosato nel 27,7 per cento dei campioni. L’erbicida è stato classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), come “possibile cancerogeno”.
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