“Nelle fasce orarie pendolari eventuali conflitti tra treni a mercato (Frecce rosse e argento) e treni regionali e Intercity potranno essere risolti a favore di quest’ultimi soltanto nell’eventualità che il ritardo indotto sui treni a mercato sia tale da garantirne l’arrivo in stazione entro 5 minuti“. È scritto nero su bianco, in un documento riservato di Trenitalia, anticipato da Repubblica, che riguarda la tratta Direttissima Roma-Firenze, che se una Freccia rischia di giungere a destinazione con 5 minuti di ritardo, i convogli regionali e Intercity devono fargli “l’inchino” ovvero, “in situazioni eccezionali di traffico” e nei “giorni feriali”, devono dargli la precedenza.
Nei giorni festivi e fuori dalle fasce pendolari – ovvero fuori da 6-9 e 17-20 – la priorità delle Frecce deve essere sempre garantita per non subire ritardi.
Pendolari sul piede di guerra
Il comitato pendolari Valdarno Direttissima è sul piede di guerra e minaccia una class action. La Uiltrasporti attacca: “Questa nuova disposizione significa che l’Alta velocità la fa da padrona! Chiederemo spiegazioni a Trenitalia e Rfi”. L’azienda del gruppo Fs si difende: “Le nuove disposizioni sono volte a migliorare il servizio cercando di massimizzare il numero di treni a mercato a destinazione entro i 5 minuti, senza penalizzare le prestazioni in arrivo delle altre tipologie di treno”
Migliorare lo standard dei treni veloci
Da dove nasce questa vicenda? Secondo le norme europee un treno ad alta velocità può arrivare a destinazione con un ritardo massimo di 15 minuti. Trenitalia ha raggiunto un livello di puntualità del 92% e per migliorarlo ora intende abbassare – almeno sulla Direttissima Roma-Firenze – da 15 a 5 minuti il ritardo massimo per migliorare lo standard di puntualità. Tutto questo a scapito del servizio pendolari.