Modem Adsl. Il governo annacqua il regolamento Ue contro gli abusi dei gestori 

Modem a pagamento che devono essere cambiati al passaggio a un nuovo operatore, router in affitto che rimangono vincolanti anche dopo la dismissione del contratto. Sono tante le condizioni che i fornitori di Adsl in Italia impongono ai consumatori forti di una furba interpretazione di un regolamento europeo fatto apposta per evitare condizioni capestro. Adesso arriva la notizia che il governo continua a prendere tempo per allinearsi alle regole europee. A renderlo noto è il senatore Fabrizio Bocchino di Sinistra Italiana: “Il governo continua a dilazionare i tempi, lasciando che gli Internet service provider italiani (ISP) continuino a imporre agli utenti l’acquisto o il noleggio di un modem-router da loro determinato, in barba al regolamento europeo sulla Net Neutrality”.

La legge europea disattesa

Così il senatore commenta l’approvazione, in Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato, del proprio Ordine del giorno relativo al Ddl 2886 “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2017’. Su pressione del Pd, l’Odg è stato riformulato in modo da impegnare il governo soltanto a “effettuare gli opportuni approfondimenti per superare ogni ambiguità lessicale, tecnica e fattuale, chiarendo definitivamente che i modem-router utilizzati dall’utente finale per connettersi alla rete pubblica sono ‘apparati terminali’ e in quanto tali di libera scelta”. Nella versione iniziale dell’Odg il governo veniva impegnato a intervenire al più presto per adeguarsi al regolamento europeo.

Il diavolo nel dettaglio

Sembra un dettaglio ma non lo è. “Da mesi l’Agcom avrebbe dovuto accogliere la definizione di ‘apparati terminali’ proposta dal Regolamento europeo, che peraltro sarebbe una disposizione direttamente applicabile senza ulteriori passaggi legislativi”, denuncia Bocchino, che continua “Invece l’Agcom tace, e gli Isp italiani continuano a considerare i modem installati presso gli utenti come ‘apparati di rete’, cioè come anelli di una catena che – se mancanti – pregiudicano il funzionamento di internet. Cosa evidentemente falsa”, prosegue il Senatore.

L’ambiguità del governo

Grazie a questa ambiguità gli Isp, (tutte le compagnie telefoniche che offrono connessioni a internet) impongono ai consumatori il pagamento dei loro modem, anche aggirando anche il vincolo massimo di durata dei contratti, che per i modem viene esteso oltre i 24 mesi, anche fino a 48.  “Continua l’atteggiamento ambiguo del governo” conclude il senatore Bocchino, che aggiunge: “Con la riformulazione, il governo ha espunto ogni riferimento a un intervento normativo urgente”.