Non solo uova vegan ma anche “uova d’oro” per assicurare una felice vecchiaia alla gallina. Fanno molto discutere le novità in ambito “cruelty free” riguardo il settore alimentare dei derivati avicoli.
L’uovo in laboratorio
Prima, l’università di Udine ha annunciato la creazione del primo uovo vegan. L’idea è di quattro studentesse di Scienze e tecnologia che dopo un anno e mezzo di sperimentazione nei laboratori dell’Università hanno realizzato un prodotto a base di ingredienti prettamente vegetali con le stesse caratteristiche organolettiche di un vero uovo di gallina. Il prodotto è adatto anche per chi soffre di celiachia o per chi ha problemi di colesterolo, essendone privo. l’Università di Udine. Per essere precisi, l’idea è venuta a quattro studentesse dell’ateneo friulano del corso di laurea magistrale in Scienze e tecnologie alimentari. A breve verrà avviata la richiesta di brevetto per commercializzare l’uovo vegan.
Coldiretti: ma non chiamatelo uovo
Comprensibilmente contraria Coldiretti, secondo cui “Per valorizzare il risultato della ricerca senza cadere nell’equivoco delle fake news occorre rispettare il recente pronunciamento della Corte di Giustizia europea sul fatto che ‘i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come ‘latte’, ‘crema di latte’ o ‘panna’, ‘burro’, ‘formaggio’ e ‘yogurt’, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale”.
L’uovo “d’oro” per salvare la gallina
Nel frattempo, in Francia, l’azienda Poulehouse ha messo in commercio delle uova biologiche da galline ovaiole che non vanno al macello tramite la rete di negozi Biocoop. Il prezzo? Una mazzata: 6 euro a confezione da 6. Per dare un’idea del confronto, in un supermercato italiano 6 uova allevate a terra costano attorno a 1,20 euro, mentre le uova bio stanno attorno a 2,20-2,50 euro. Un prezzo molto alto ma forse non troppo per “Il primo uovo che non uccide i polli”, come recita lo slogan del prodotto. Secondo Que choisir, infatti, ogni anno in Francia, 50 milioni di galline ovaiole nascono e muoiono. Verso i diciotto mesi, quando il loro ciclo di posa comincia a diminuire, poiché le galline ovaiole non sono state selezionate per sviluppare carne spessa, una piccola porzione sarà utilizzata in Francia per produrre farine animali o dadi per brodi e una maggioranza sarà congelata per i paesi terzi, in particolare in Africa.
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