L’Efsa, nella valutazione con cui ha assolto il glifosato, ha copiato e incollato centinaia di pagine dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione di Monsanto. A scoprire ( e a pubblicare) le pagine-copia è stata la radio francese Rmc. “I punti chiave del rapporto dell’Agenzia europea, un centinaio di pagine in tutto, sono stati copiati dalla richiesta Monsanto. E’ sulla base di questi dati che l’Efsa ha assolto il pesticida e la Commissione europea deciderà nei prossimi mesi se autorizzare o meno il glifosato. Quanto possiamo fidarci?” scrive la radio che a supporto della sua tesi ha pubblicato alcune delle pagine incriminate (che noi vi riproponiamo di seguito)
La domanda che si pone la radio francese non è sbagliata. Quanto può essere attendibile una valutazione copiata dall’azienda che ha tutto l’interesse a che il suo prodotto di punta venga autorizzato nuovamente? In effetti, i dubbi sull’attendibilità della valutazione circolavano da un pò ma adesso ci sono nero su bianco tutte le parti copiate e incollate.
Efsa: i nostri studi sono indipendenti
Durante l’intero processo di revisione dell’autorizzazione, gli enti responsabili della valutazione dell’Efsa, come l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), hanno affermato che la loro opinione è basata esclusivamente sulla propria valutazione obiettiva delle ricerche scientifiche sul glifosato, ma qualcosa non torna.
Confrontando la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione che Monsanto aveva presentato nel maggio 2012 per conto della Glyphosate Task Force, un consorzio di oltre 20 aziende che commercializzano prodotti a base di glifosato in Europa, e la relazione dell’EFSA si nota chiaramente che le cose non stanno cosi.
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…ma la realtà è ben diversa
I documenti sembrano confermare che il BfR e di conseguenza l’Efsa non hanno condotto nessuna revisione indipendente degli studi scientifici sui potenziali impatti del glifosato sulla salute umana, prendendo per buona la valutazione fornita dall’azienda produttrice.
Greenpeace: inaccettabile
Duro il commento di Greenpeace. “Che si tratti di negligenza o di dolo il risultato non cambia: è assolutamente inaccettabile che enti governativi, invece di fare una valutazione scientifica indipendente, facciano propria l’analisi delle aziende interessate. Quanto è accaduto rimette in discussione l’intero processo di approvazione dei pesticidi nell’Unione europea” spiega Federica Ferrario. “Votare contro il rinnovo del glifosato diventa ancora di più un passo obbligato per l’Italia e gli altri Stati Membri, per proteggere persone e ambiente da questa sostanza chimica pericolosa. Chiediamo – conclude – come intende votare il governo italiano. Il suo assordante silenzio sulla vicenda è diventato ormai insostenibile”.