L’energia elettrica non è un bene essenziale? Non giochiamo con le sentenze…

La sentenza della Cassazione è di quelle che fa notizia. Nel giudicare un allaccio abusivo alla rete elettrica, la Suprema Corte ha sentenziato che il furto non può essere giustificato, come sostenevano i difensori, con il fatto che l’energia elettrica è un bene “indispensabile alla vita”, Insomma, chi si allaccia abusivamente alla rete sostenendo di non avere i soldi per la bolletta non può essere scusato per aver agito spinto dallo “stato di necessità”.

Fin qui la decisione della Cassazione che ha già in sé alcuni elementi che dovrebbero far riflettere (esattamente come è bene riflettere sui casi in cui il furto della classica mela viene condannato, non tenendo conto del fatto che chi lo ha compiuto aveva fame e non aveva altro modo per soddisfarla).

La legge è la legge, ci si risponderà. Ma le sentenze non sono mai prive di conseguenze, anche poco attese da chi le formula.

E così in queste ore in molti si sono posti una domanda: “Non sarà che stabilire che l’energia elettrica non è un bene di prima necessità, dia la stura a quei gestori che da sempre spingono per una maggiore facilità dei distacchi ai morosi?”.

“Non interveniamo nel merito della vicenda e non giustifichiamo alcuna violazione di legge, ma è inaccettabile che l’energia elettrica non sia considerata un bene indispensabile” ci spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

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A lui abbiamo girato il nostro dubbio che qualche compagnia strumentalizzi questa sentenza per chiudere i contratti a chi non paga, ignorando le tutele stabilite fino a oggi.

“Il timore è fondato – ci risponde Dona – Chiariamolo: la Cassazione giudica un caso particolare e diverso da quello dei morosi, ma il rischio è che gli operatori lo leggano al contrario”.

Una lettura che avrebbe conseguenze serie per gli utenti. “Certo, basta considerare che gli utenti morosi potrebbero avere diverse ragioni per esserlo: una contestazione in atto, una fattura mai arrivata; non solo o non sempre la scelta di non voler pagare”, spiega Dona.

Che aggiunge: “Ci sono da considerare, poi, anche i tempi: basta un giorno per un distacco e ne servono ben 10 per il riallaccio. Come si può pensare che l’energia elettrica non sia un bene essenziale? Anche senza pensare (ma bisognerebbe farlo) ad anziani e minori che in casa la usano per alimentare apparecchi elettromedicali, sono davvero molte le esigenze primarie che senza energia non potremmo soddisfare”.