Fipronil, continuano i sequestri. L’Ue agli stati membri: “Cercate anche altri pesticidi”

UOVA GABBIA

A quasi un mese dallo scandalo delle uova contaminate al Fipronil, mentre a Bruxelles gli stati si confrontano, non si fermano i ritiri di prodotti su cui sono state rilevate tracce dell’insetticida. Nelle ultime ore sono state ritirate 4mila uova dopo che un campione era risultato positivo.

I nuovi sequestri in Puglia e Marche

Il sequestro, effettuato dagi ispettori dell’Asl di Lecce, ha riguardato il lotto di uova “12-21 agosto 2017” dell’azienda di produzione e imballaggio “La Vegliese”, nel comune di Veglie. Allo stesso tempo è stato richiesto il ritiro delle uova distribuite, il divieto di commercializzazione di ulteriori uova prodotte e il blocco degli animali. Intanto, come riporta il Quotidiano di Puglia, “i rivenditori della provincia, a cominciare dalla catena di supermercati Ipermac e Supermac, si sono affrettati a comunicare ai proprio clienti che avessero acquistato il prodotto non conforme di non consumarlo e di restituirlo al punto vendita”. Quello pugliese non è l’unico ritiro avvenuto nelle ultime ore. I servizi veterinari dell’Area Vasta 2 – Asur Marche hanno comunicato al Ministero di aver imposto il richiamo di uova dall’allevamento Società Agricola Fattorie Valle del Misa di Ostra Vetere (AN), identificati con i lotti 31-32-33-e 34 2017, codice allevamento (indicato sulle uova) 3IT036AN089, perché un campione risultava contaminato.

La richiesta dell’Ue

Intanto ieri, la Commissione europea ha chiesto agli stati membri di “raccogliere dati nell’ambito di un piano di monitoraggio ad hoc per il settore delle ovaiole in allevamento, sulle uova e sulle carni di ovaiole al mattatoio, per la ricerca anche di altri potenziali antiparassitari contaminanti”, come riferito dal ministero della Salute a margine della riunione del Comitato Paff, nella Sezione che si occupa della sicurezza tossicologica nella catena alimentare. La nota del ministero aggiunge: “Sono state assunte decisioni volte a garantire una maggiore omogeneità nell’approccio al problema e nelle iniziative assunte dagli Stati membri. In particolare sono stati precisati i termini per la notifica delle allerte nel sistema europeo e il conseguente avvio delle procedure di ritiro e richiamo, le modalità di gestione degli animali e delle uova negli allevamenti interessati dalla contaminazione, e sono stati stabiliti i fattori di concentrazione da applicare per la valutazione di conformità degli ovoprodotti”.