Ho perso la nave partita in anticipo. Ho diritto al rimborso?

Buonasera,
abbiamo avuto la stessa esperienza con Grandi Navi Veloci raccontata sul vostro sito il 29/7/17: ci è stata anticipata di 3 ore la partenza della nave TERMINI IMERESE-CIVITAVECCHIA del 15 agosto scorso. Partiti da casa alle 20:30, io, mia figlia, il suo ragazzo e il gatto, siamo arrivati 2 ore prima (22) abbiamo trovato il porto deserto (senza nave né passeggeri né biglietteria aperta); chiesto informazioni al chiosco dei panini che stava chiudendo, ci hanno risposto che la nave era partita alle 21! Dopo lo choc iniziale, ho controllato sul cellulare gli ultimi messaggi ricevuti e ho trovato 2 sms spediti da GNV dell’11/8 che ricordavo di aver visto arrivare: il primo era l’offerta di un viaggio per coppia in poltrona + auto da Termini (per dove? non si sa!) a 119€ da prenotare entro il 28/8; il secondo invece recitava testualmente: “ATTENZIONE: caro cliente, GNV le comunica che la partenza Termini Imerese-Civitavecchia è confermata alle 21:00…”; quindi, per comunicarmi che avevano anticipato di 3 ore la partenza, mi scrivono che la partenza è CONFERMATA?! Ma se parte alle 21 NON è confermata: è MODIFICATA/ANTICIPATA.
A questo punto, vi chiedo cosa posso fare per chiedere il rimborso dei biglietti e il risarcimento per il viaggio effettuato in macchina da Termini Imerese fino a Siena? 
Valerio
La segnalazione del nostro lettore racconta di una vera e propria odissea vissuta da lui e dalla sua famiglia, e da chissà quanti altri viaggiatori che si sono trovati al porto con il biglietto in mano e la nave già ben al largo.
Per dare indicazioni su come agire, ci siamo rivolti a Carmelo Calì, avvocato e presidente di Confconsumatori Sicilia. Questa la sua risposta.
Innanzitutto è illegittimo il comportamento della compagnia navale che anticipa la partenza della nave, dando un breve preavviso tramite mail o sms (a volta anche equivoci e fuorvianti) ai passeggeri. Condotta che andrebbe valutata anche sul fronte della pratica commerciale scorretta, segnalandola all’Autorità competente.
In secondo luogo, nel caso del lettore che non è riuscito a imbarcarsi, sono dovuti sia il rimborso del biglietto (pagato e non utilizzato), sia il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali: i primi sono individuabili nelle somme di denaro impiegate dai passeggeri che hanno perso la nave per effettuare il viaggio in altro modo (in auto) a spese proprie (benzina, pedaggi autostradali, vitto e alloggio in hotel); i secondi derivano dai disagi subìti per aver perso la nave e dallo stress di aver dovuto trovare un’alternativa, che probabilmente li ha fatti anche arrivare in ritardo nel luogo di destinazione (danno da vacanza rovinata).

Quanto alle modalità d’azione, è bene per prima cosa inviare una lettera di reclamo alla compagnia navale con la richiesta del rimborso e del risarcimento (quantificando il dovuto). Se l’azienda non dovesse adempiere spontaneamente riconoscendo la somma richiesta, non ci sarà altra via che quella giudiziale proponendo un’apposita azione presso il giudice di pace (competente per liti fino a 5mila euro).
Il giudice cui rivolgersi è quello di residenza del consumatore.