Fiere ed esposizioni, da nord a sud se ne organizzano in gran quantità , specie in estate, e tutte riscuotono successo tra il pubblico di appassionati del settore.
C’è l’esposizione delle bici, quella di camper e roulotte, barche e gommoni, arredi da giardino, prodotti per il fitness e via dicendo. Ogni settore merceologico sembra ormai avere la sua manifestazione di riferimento. E un pubblico entusiasta di curiosi ma anche di potenziali acquirenti a caccia di affari, grazie alle promozioni e agli sconti che in queste occasioni fioccano.
Stand equiparati al negozio
Attenzione però a farci sedurre dagli articoli in mostra: spendere centinaia o migliaia di euro in questo genere di manifestazioni è una strada senza ritorno. Nel senso che i consumatori che acquistano un articolo o firmano un contratto nell’ambito di un’expo non hanno possibilità di ritornare sulla loro decisione. Nessun diritto di recesso, acquisti e contratti sono definitivi.
E il rischio di uno shopping avventato c’è: durante fiere e esposizioni ci sono le ultime novità del momento e ci si può ritrovare con in mano un contratto le cui conseguenze finanziarie non sono state attentamente valutate. Convinti magari che in caso di ripensamento si possa ritornare sui propri passi.
Purtroppo non è così. Il diritto di revoca da esercitare entro 14 giorni in questo caso non si applica.
Gli acquisti in occasione di fiere, saloni ed esposizioni non sono infatti assimilabili ai contratti stipulati fuori dai locali commerciali perché gli stand – durante la manifestazione commerciale – si intendono come sede dislocata, pur se sporadica e provvisoria, di una parte degli affari dell’impresa (Cass. sent. n. 22863/14). In parole semplici, sono un’estensione momentanea del negozio, per cui l’ampia tutela prevista dalle nostre leggi per chi acquista fuori dai locali commerciali non trova applicazione.