Antibiotici sempre più inefficaci contro malattie ed infezioni?
Ci cureremo con il miele.
Ora che l’Italia e altri paesi, ad esempio la Spagna come abbiamo già raccontato, piangono la moria di api e il dimezzamento della produzione di miele, ci accorgiamo che proteggere e incentivare l’apicoltura è la cosa migliore che possiamo fare.
Da uno studio australiano arriva infatti la conferma che il miele può essere un’efficace risposta alla diffusione dei superbatteri antibiotico-resistenti, che minacciano di uccidere milioni di persone in un futuro sempre più vicino: si stima che nel 2050 l’antibiotico resistenza ucciderà più persone del cancro.
In questa emergenza planetaria, insomma, una buona notizia arriva dalla lontana Australia: lo studio dell’University of Technology di Sydney, coordinato dalla microbiologa Nural Cokcetin, dimostra infatti che i batteri e anche alcuni superbatteri non resistono alle proprietà medicinali del miele.
La sperimentazione ha coinvolto diversi batteri, diversi antibiotici e diversi tipi di miele. E i risultati sono stati coerenti.
Le proprietà sorprendenti del miele di manuka
Allo studio ora ci sono le proprietà attive di oltre 1000 varietà di miele. Tra queste, un’incredibile efficacia medicinale sembra averla il miele di manuka (Leptospermum), un albero che fiorisce in alcune regioni australiane e presenta un livello eccezionalmente elevato di attività antibatterica stabile dovuta ad un composto naturalmente presente nel nettare dei suoi fiori, il metilgliossale (MGO), la vera arma di distruzione di batteri e superbatteri resistenti agli antibiotici attuali.
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Per gli apicoltori australiani si apre quindi un mercato florido, quello del miele medicinale e clinico, che sarà sempre più richiesto per curare infezioni cutanee resistenti e ferite croniche e acute.
Infatti, anche se il miele è stato utilizzato terapeuticamente per secoli, è la crescente crisi globale della resistenza agli antibiotici che ha rivitalizzato l’interesse per il suo utilizzo clinico.
In questo campo, primeggia la Nuova Zelanda, ma nel paese cresce solo una specie di Leptospermum e la sua popolazione di api è minacciata dal parassita varroa.
L’Australia, invece, è una vera miniera ancora tutta da sfruttare: qui fioriscono 83 delle 87 specie conosciute di alberi di manuka e nessun parassita minaccia le api, a differenza del resto del mondo dell’apicoltura.
L’industria australiana produce fino a 30.000 tonnellate di miele ogni anno.