L’Italia è il paese più vecchio d’Europa: il 21,4% della popolazione ha più di 65 anni, (la media Ue è del 18,5%), e il 6,4% ne ha più di 80, (media europea 5,1%). Sono dati Eurostat, ben noti all’Auser, una onlus impegnata nel sostenere l’invecchiamento attivo degli anziani.
“Siamo i primi in Europa per numero di anziani, ma ultimi per qualità della vita”, ci dice Enzo Costa, presidente nazionale Auser, che inquadra il problema con un altro dato eclatante: “In Italia ci sono 2 milioni e mezzo di persone non autosufficienti, ma appena 384.450 posti letto nei presidi sanitari. E così, da noi, la badante è diventata il primo ammortizzatore cui la famiglia si appoggia. Un fenomeno che solo in Italia ha raggiunto dimensioni peculiari: 370.000 sono le badanti in regola, registrate all’Inps, ma il Censis stima che ce ne siano al lavoro (in nero) tra 1.600.000 e 2.000.000. Persone sconosciute, spesso senza competenze specifiche, cui affidiamo anziani fragilissimi”.
Una famiglia su due si indebita per le rette
Lasciate sole ad affrontare il problema, le famiglie sono sempre più in affanno. “La retta media di una Rsa – ci spiega Costa – è di circa 3.000 euro al mese. La Regione si fa carico della quota sanitaria, in media 1.500 euro, mentre la quota alberghiera si divide tra Comune e utente, in base all’Isee (mediamente 500 euro li mette il Comune, il resto la famiglia). Ma il 52% delle famiglie italiane non è in grado di sostenere la spesa: l’Istat parla di oltre 561mila famiglie che hanno speso tutti i loro risparmi o si sono indebitate per pagare l’assistenza a un proprio caro”.
Truffe e liste d’attesa
Oltre alle rette proibitive, c’è poi il problema dei tempi d’attesa per trovare un posto (anche fino a 180 giorni) e il rischio di finire in qualche truffa, tanti e tali sono i comportamenti illeciti in questo settore.
“Non ci sono controlli preventivi – conclude Costa – le autorità arrivano sempre a denuncia fatta. Un’altra inaccettabile carenza è poi il fatto che non esista una classificazione nazionale delle Rsa che possa orientare le famiglie nella scelta. Se un hotel si può scegliere in base alle stelle, perché una cosa analoga non deve essere consentita per una Rsa? Al momento, l’unica è affidarsi al passaparola”.