Campylobacter, Enterobacter cloacae, Escherichia coli, Klebsiella e Staphylococcus. Sono alcuni dei batteri che popolano le spugnette con cui laviamo le stoviglie. A scoprirlo è stato un team di ricerca guidato da Sylvia Schnell, dell’università di Giessen, e Markus Egert, dell’università Furtwangen. Lo studio, riportato sul sito di Science, ha analizzato il Dna di 14 spugnette scoprendo che in questi piccoli oggetti si arrivano a depositare più batteri che nelle feci, alcuni dei quali anche molto pericolosi. Entrano nella black list, ad esempio, anche i parenti stretti dei batteri che causano polmonite e meningite. (continua dopo l’infografica originale)
Se credete che la bollitura e la sterilizzazione possano essere un rimedio efficace, vi sbagliate di grosso. La ricerca, infatti, ha indagato anche questa pratica – a dir il vero molto utilizzata – scoprendo che le spugne sterilizzate contenevano una percentuale più elevata di batteri rispetto alle spugne che non erano mai state pulite. Questo accade perché i batteri che causano malattie sono più resistenti e rapidamente ricolonizzano le aree abbandonate, come succede nell’intestino dopo un trattamento antibiotico. Dunque, l’unico rimedio resta quello di cambiare spesso le spugne, almeno quando iniziamo a sentire quel tipico odore di stantio: questo significa che la spugna è già stata colonizzata e non resta che cambiarla per evitare di infettare tutte le stoviglie.