L’associazione spagnola Facua ha denunciato Airbnb dopo che ha ricevuto tre segnalazioni da parte di altrettanti consumatori che avevano scoperto – per caso – la propria abitazione sul circuito. L’accusa è forte: secondo l’associazione sulla piattaforma “girano” falsi annunci di abitazioni messi online all’insaputa dei proprietari. Almeno in tre casi, il giochetto, però, non ha funzionato alla perfezione perché i proprietari hanno riconosciuto, dietro la descrizione, la loro abitazione.
Airbnb? Si fa da parte
Il paradosso è che è tutto legale e avviene senza alcuna forzatura della piattaforma. Aibnb, infatti, è molto chiara nell’enunciare i termini di servizio della sua piattaforma. “Lei (rivolgendosi a chi si iscrive al servizio e mette in affitto l’appartamento ndr) riconosce e accetta di essere responsabile di tutti gli annunci pubblicati”. Basterebbe già questa frase a eliminare ogni dubbio su eventuali responsabilità di Airbnb sugli annunci che vengono pubblicati. Ma per essere ancora più chiara e sgombrare il campo da ogni eventuale richiesta, l’azienda va oltre: “Di conseguenza, Lei dichiara e garantisce che gli annunci che pubblicherà , la prenotazione di un Alloggio, o la permanenza dell’Ospite presso l’Alloggio di un Annuncio pubblicato da Lei (i) non violeranno nessun accordo concluso da Lei con alcuna terza parte, quali contratti con associazioni dei proprietari di alloggi, contratti di condominio, di affitto o di noleggio, e (ii) (a) saranno in conformità a tutte le leggi vigenti (come leggi locali e leggi che regolamentano i noleggi delle residenze o di altre proprietà ), i requisiti fiscali, le norme e i regolamenti applicabili a qualsivoglia Alloggio incluso in un Elenco pubblicato da Lei (incluso l’ottenimento di tutti i necessari permessi, licenze e registrazioni), e (b) non saranno in conflitto con i diritti di terze parti”. Insomma, chi pubblica è responsabile di tutto quello che scrive e Airbnb alza le mani di fronte ad eventuali illeciti.
Per iscriversi è necessaria solo una connessione internet
D’altronde, Facua ha dimostrato che per aprire un account su Airbnb non è necessario nulla di più che una connessione internet: il portale, infatti, offre esclusivamente un servizio di intermediazione e non chiede verifiche dell’identità di chi si iscrive né tanto meno della proprietà dell’immobile. Per questo motivo, ha chiesto l’apertura di due procedimenti sanzionatori da parte delle autorità di consumo (Autoridades de Consumo) e l’agenzia catalana degli affitti immobiliari (Agencia Catalana de la Vivienda).
Costi extra e quelli compresi
Per non cadere in trappola ed essere sicuri di fare un buon affare è necessario prestare attenzione a due fattori. Innanzitutto cosa è incluso nel prezzo che stiamo pagando tenendo presente che le tariffe sono determinate dai proprietari, e da questi possono essere liberamente modificate (rimangono bloccate solo a prenotazione confermata). Il consiglio, comunque, è sempre di verificare ogni singola voce del totale prima di confermare la prenotazione e, in caso di dubbi, contattare direttamente il proprietario della struttura (i siti facilitano il contatto diretto tramite sistemi di messaggistica). Airbnb, poi, addebita all’ospite un costo di servizio per l’utilizzo della piattaforma in una percentuale variabile tra il 6 e il 12% della prenotazione, negli altri portali il viaggiatore non paga nulla più del prezzo dell’alloggio, ed eventuali extra indicati chiaramente.
Quanto al sistema di pagamento, con Airbnb si paga l’intera somma all’atto della prenotazione, attraverso il sito stesso, e non tramite accordi con il proprietario.
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