Glifosato e diossina: in Francia salvaslip e tamponi sotto accusa

In Francia la Direzione generale della concorrenza, del consumo e controllo delle frodi ha testato 27 prodotti tra tamponi, salvaslip e assorbenti e ha trovato molti residui potenzialmente tossici, confermando così l’allarme scattato nel marzo 2016 dopo le analisi condotte dal mensile 60 Millions de Consommateurs che portò al ritiro dal mercato di oltre 3mila confezioni.

Diossina, Ipa, glifosato e…

Cosa hanno rilevato le nuove analisi di laboratorio? Sono state riscontrate  in sei campioni tracce di diossine, furani e composti alogeni organici estraibili (EOX) sono. Residui di Ipa, gli Idrocarburi policiclici aromatici (ritenuti dei perturbatori endocrini come le diossine), sono stati rilevati in sei assorbenti  analizzati e e su quattro salva slip su sette analizzati, mentre un assorbente ottenuto con cotone biologico è stato trovato un derivato glifosato. Addirittura in un campione è stata rilevata la presenza di un pesticida vietato come il lindano, un insetticida usato in passatto addirittura contro la scabbia e i pidocchi. 

“Senza nomi, ma contaminazione diffusa”

La Direzione repressione frodi francese non ha reso i noti i nomi dei marchi coinvolti nel test né tantomeno quelli che sono risultati positivi a una o più sostanze tossiche: verrebbe da dire che tutto il mondo è paese quando si tratta di “nascondere” informazioni preziose ai consumatori. I valori riscontrati dalla Repressioni frodi francese inoltre non sono stati elevati (e infatti ha parlato di “nessun pericolo grave e immediato” tuttavia per il mensile 60 Millions non ha condiviso questo ottimismo: “La maggior parte dei campioni analizzati dalla DGCCRF sono contaminati. Così le donne hanno un alto rischio di essere esposte a queste molecole, anche quando cambiano i marchi o i modelli”.

Obiettivo: zero residui

Inoltre, sottolineano da 60 Millions, mancano studi scientifici sugli effetti a lungo termine del contatto di queste molecole con la mucosa vaginale: e questo non può escludere nessun rischio.
Per questo, conclude il mensile dei consumatori,  “i produttori devono impegnarsi a raggiungere l’obiettivo di zero residui potenzialmente tossici nella protezione femminile. Solo questa misura può rassicurare i consumatori”.