Quasi tre quarti degli alimenti per bambini a base di riso conterrebbero un livello di arsenico oltre quelli tollerabili a norma di legge. A scoprirlo una ricerca dell’Institute for Global Food Security presso la Queen’s University di Belfast. Dopo la nuova regolamentazione stabilita dall’Unione Europea sul limite massimo di arsenico inorganico, i ricercatori hanno deciso di comparare i prodotti contenenti riso prima e dopo la normativa dell’inizio del 2016. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, circa il 75% di questi prodotti, specificamente destinati all’alimentazione di neonati e bambini piccoli, presentava livelli di arsenico superiori al limite individuato dalla Ue.
Le nuove voci e i loro limiti per l’arsenico inorganico sono:
- Riso lavorato non parboiled (riso brillato o bianco) <0.20mg/kg
- Riso parboiled e riso semigreggio <0.25mg/kg
- Cialde di riso, cialdine di riso, cracker di riso e dolci di riso < 0.30 mg/kg
- Riso destinato alla produzione di alimenti per lattanti e i bambini < 0.10 mg/kg
“La nostra ricerca mette in luce delle prove dirette che i bambini sono esposti ad un illegale livello di arsenico nonostante le norme emanate dall’Unione europea” ha spiegato il professore Andy Meharg che ha guidato il team di ricercatori che ha aggiunto: “I bambini sono particolarmente sensibili agli effetti dannosi dell’arsenico, che possono impedire un corretto sviluppo durante la crescita, avere un impatto sul quoziente intellettivo e sul sistema nervoso, tra le altre cose”.
Le nostre analisi
Nel 2015 abbiamo portato in laboratorio nove prodotti a base di riso e altri cereali destinati alla prima infanzia proprio alla ricerca di arsenico e altri metalli pesanti. I risultati delle analisi sono tutti rassicuranti, come dimostra la tabella che riportiamo di seguito. D’altronde il fenomeno è studiato e tenuto sotto controllo, come ci assicura Francesco Cubadda, ricercatore dell’Istituto superiore di sanità. “L’Istituto ha condotto lo studio di dieta totale nazionale 2012-2014, promosso dal ministero della Salute dal quale è emerso che l’esposizione media all’arsenico inorganico è inferiore ai valori guida per la protezione della salute in tutte le fasce di età, con valori più elevati fra i più piccoli anche in ragione del maggiore consumo alimentare in rapporto al peso corporeo e tra i consumatori abituali di determinati alimenti quali riso e derivati, crostacei e molluschi, e alcune acque minerali”.
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