Dopo qualche puntata a scandagliare i detti popolari, la nostra rubrica dei Miti Alimentari torna a occuparsi di credenze dei giorni nostri. E affronta il tema, molto attuale, del legame tra semi, frutta secca e benessere.
Ho letto che mangiare frutta secca fa molto bene e ho deciso di aumentarne il consumo
FALSO Sicuramente la frutta secca è tornata in grande moda e da “spassa tempo” natalizio o di fine cena ha assunto sempre di più un valore nutrizionale positivo e di prevenzione per la nostra salute. La ricchezza in vitamina E, di fibre, di potassio e di acidi grassi essenziali come Omega 3 e Omega 6 ha promosso questi prodotti da edonostici a salutistici. Ogni medaglia ha però il suo rovescio per cui le calorie che accompagnano questi prodotti sono superiori alle 500 kcal/100 g e i grassi ne costituiscono almeno il 50% del peso totale. L’eccesso di Omega 6 che rende il rapporto tra Omega 3 e Omega 6 sempre più sbilanciato, può rappresentare un problema. Il rapporto considerato ideale è di 1 a 3 per gli Omega 6 mentre in Italia si è giunti a un rapporto di 1 a 10 o addirittura 1 a 13. La soluzione non è semplicemente quella di aumentare gli Omega 3, ma anche ridurre gli Omega 6. In conclusione, un pugnetto di frutta secca è ideale, ma sulla tavola portiamo sempre più pesce specie se azzurro e fresco.
Ho mangiato delle albicocche disidratate scurissime, credo che siano di scarsa qualità
FALSO La frutta disidratata, o essiccata, è frutta fresca a cui è sottratta l’acqua che è invece, uno dei benefici che ne rende vantaggioso il suo consumo. Bisogna considerare che a questi prodotti spesso è aggiunta come additivo (E220) l’anidride solforosa che è un ottimo conservante e mantiene il colore di partenza molto brillante (quindi una albicocca non brillante potrebbe essere un segno di minore presenza di additivi), ma che può originare i solfiti. Un eccesso di solfiti dà i tipici sintomi del mal di testa, del prurito etc., inoltre nella frutta disidratata di scadente qualità talvolta si aggiungono altri zuccheri per compensare la sua minore dolcezza rispetto alle aspettative dei consumatori. Infine, la frutta disidratata ha evidenti proprietà magnetiche sulle nostre mani per cui tendiamo inconsciamente a abbondare nelle porzioni. La soluzione può essere quella di leggere l’etichetta, valutare la presenza di additivi, l’introito di calorie e degli inutili zuccheri aggiunti dopo di che correre a mangiare un frutto fresco senza problemi.
Ho scoperto i semi di Chia, penso che siano una fonte ideale di nutrienti e di benefici
VERO I semi di chia sono dei semi oleosi stretti parenti del rosmarino, della maggiorana, del timo e della menta, non hanno glutine. Sono molto apprezzati da chi è vegano perché possono sostituire le uova. Contengono Omega 3 in abbondanza e possono sostituire per questo aspetto perfino il pesce e i semi di lino. La quantità di fibre che contengono superano il 30% e potrebbero coprire il fabbisogno giornaliero che ci occorre mangiandone 100 g aiutandoci nella lotta quotidiana contro il grasso. L’EFSA nel 2009 ha dato un parere positivo al loro consumo per l’uomo anche nel pane come ingrediente funzionale, ma ha fatto osservare che gli aspetti allergenici debbono essere approfonditi per valutare le conseguenze di un loro consumo. In conclusione, i semi di chia come integratori e come fonte di acidi grassi essenziali sono certamente da considerare in modo del tutto positivo specie nei diabetici e nelle persone con danni cardio-vascolari, resta però poco resplorato il modo di apprezzarne le loro caratteristiche sensoriali.
Al supermercato ci sono semi e spezie mai sentite e vista prima. È solo un bene potere scegliere fra tante varietà e specie
VERO L’ampliamento del settore dei semi, prima limitato alle leguminose e poco più, è testimoniato dagli scaffali dei supermercati, ora ricchi di semi, girasole, sesamo, chia etc., e di tanti prodotti finiti che ne sono l’espressione gastronomica (pani speciali, biscotti, barrette etc). La possibilità scegliere è di per se un fatto positivo, ma nel caso di questi semi è ancora più positiva . Spezie e semi portano sulla tavola fibre utili per il nostro intestino, proteine nobili come quelle della canapa, chia e lino per il bilanciato rapporto degli acidi grassi essenziali. I punti deboli di questi prodotti se dapprima erano il prezzo elevato e nella disponibilità, oggi risiede paradossalmente nella eccessiva fiducia che i consumatori hanno dato a questi integratori. Il che si può tradurre in un abuso nel consumo, con rischi allergenici, tossicologici, calorici etc. ma soprattutto nel dare a questi semi un forte ruolo nella nutrizione, che probabilmente non è del tutto giustificato, distraendoci dall’applicare tutte le buone regole della dieta equilibrata e sana.
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