“Se gli animali vivono meglio – se cioè hanno lo spazio necessario per muoversi, un’alimentazione adeguata e se nell’allevamento sono rispettate tutte le condizioni di biosicurezza – hanno meno bisogno di essere curati perchè si ammaleranno molto meno. Il nostro obiettivo è quello di ridurre, e quando possibile eliminare, l’uso di antibiotici negli allevamenti. Abbiamo cominciato con la filiera avicola e presto coinvolgeremo anche quella bovina e suina”. Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, spiega così il progetto “Alleviamo la salute” la nuova campagna presentata oggi a Roma con la quale il leader della Grande distribuzione italiana “vuole contribuire a contrastare l’antibiotico resistenza” che ogni anno in Europa “miete” 23mila vittime (700mila in tutto il mondo) e le stime dell’Oms parlano che al 2050 sarà la prima causa di morte con oltre 10 milioni di morti se non si interviene prima.
L’etichetta “Allevato senza l’uso di antibiotici”
Coop con la nuova campagna vuole dare il suo contributo. Il progetto partito da tempo coinvolge oltre 1.600 allevamenti (su circa 6mila allevamenti avicoli da carne in Italia) e già oggi sono in vendita con l’etichetta “Allevato senza l’uso di antibiotici” una linea di pollo a marchio Coop, 5 capi avicoli (faraona, cappone, gran gallo, galletto livornese e pollo all’aperto) della linea Fior Fiore Coop mentre a giugno saranno disponibili anche il pollo da rosticceria e il 10% delle uove da galline allevate senza uso di antibiotici.
“I nostri primi alleati – ha aggiunto Maura Latini, direttore generale di Coop – sono gli allevatori e senza di loro non avremmo potuto avviare questo progetto che prevede un cambio di paradigma nel processo di allevamento e di produzione per aumentare il benessere animale, ridurre l’esposizione ai farmaci e avere alimenti sani, sicuri e al prezzo giusto. Con un obiettivo: contribuire a contrastare l’antibiotico resistenza”.
La minaccia dell’antibiotico resistenza
Cos’è l’antibiotico resistenza e come si sviluppano i batteri resistenti agli attuali farmaci? Spiega il professor Bartolomeo Biolatti, professore ordinario di Patologia generale e Anatomia patologica veterinaria presso il dipartimento di Sicenze Veterinarie dell’Università di Torino che ha coordinato la stesura del Rapporto Coop sull’antibiotico resistenza: “L’antibiotico resistenza è una ridotta sensibilità, naturale o indotta, dei batteri nei confronti dei farmaci usati per il trattamento antimicrobico. I batteri resistenti possono passare dall’animale all’uomo anche attraverso il cibo. Per questo servono buone pratiche di allevamento, un alto livello di biosicurezza e un uso razionale, mirato, degli antibiotici”. L’uso massiccio di antibiotici e il trattamento preventivo negli allevamenti contribuiscono allo sviluppo di batteri resistenti che rappresentano un pericolo per la salute pubblica. “È impossibile bandire gli antibiotici – ha aggiunto Biolatti – ed è un bene usarli quando ce n’è bisogno ma serve un trattamento mirato sui capi ammalati”.
Martina: “Progetto virtuoso, spero contagioso”
“L’iniziativa di un campione nazionale come Coop è molto rilevante, è un progetto virtuoso che deve diventare contagioso. Invitiamo anche altre realtà a fare di più e mi auguro scatti una competizione virtuosa” ha detto Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, intervenendo alla presentazione del progetto “Alleviamo la salute”. Martina ha aggiunto come si stiano facendo “passi importanti per il benessere animale” visto che “11 regioni hanno già attivato misure con i finanziamenti dei Psr per innalzare gli standard di legge e anche l’erogazione degli aiuti accoppiati della Pac li abbiamo vincolati al benessere degli animali, muovendo complessivamente 150 milioni di euro di risorse”.
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Se un animale ha bisogno di cure viene escluso dalla filiera controllata
Dopo le filiere avicole e delle uova Coop estenderà il progetto anche alla produzione di carne bovina, suina e dei salumi coinvolgendo a regime 14 milioni di animali ogni anno. Ma, oltre alla trasparenza in etichetta, quali garanzie verrano offerte ai consumatori. Coop è impegnata a lavorare con i fornitori (allevamenti e macelli) per installare telecamere per monitorare il rispetto dei protocolli di produzione e, come ha spiegato Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop “creeremo nei prossimi mesi un circuito di ‘Allevamenti aperti‘ che i soci Coop potranno visitare” per verificare come vivono gli animali.
Ma se un pollo o una gallina – abbiamo chiesto ai responsabili del progetto Coop – della filiera controllata si ammala e hanno bisogno di antibiotici, che fine quella carne o le uova? Ci ha risposto Maura Latini: “Verranno curati ma le loro carni o uova non saranno etichettate come “Allevato senza uso di antibiotici”. Coop garantirà che l’uso degli antibiotici negli allevamenti sia limitato a casi di reale necessità e che non vengano usati gli antibiotici maggiormente importanti in medicina umana”.