L’olio extravergine di oliva? Naturalmente fatto di soli lipidi e quindi bocciato. Il parmigiano Reggiano, il Grana Padano o la mozzarella di bufala campana? Naturalmente pieni “grassi” tanto da meritarsi il disco rosso. E il prosciutto di Parma? Idem. La Coca-Cola Light? Ha sostituito lo zucchero con gli edulcoranti (per molti versi più problematici dello zucchero stesso) e quindi ha meno calorie e allora disco verde. È questo il grande inganno (e il pericolo) dell’etichetta a semaforo, il sistema che assegna un colore rosso, giallo o verde ai grassi, zuccheri, sale contenuti in 100 grammi o ml di prodotto alimentare, adottato in Inghilterra, sperimentato in Francia e che la Ue potrebbe presto sdoganare. Una scorciatoia che non aiuta i consumatori in quanto non considera l’apporto specifico dell’alimento nel suo complesso, nè il peso complessivo dei nutrienti nella dieta giornaliera, ma che sicuarmente penalizza le eccellenze del made in Italy e alcuni cibi simbolo della dieta mediterranea
Di queste e altre criticità ne parleremo venerdì 21 aprile alle 15,30 in diretta facebook sulla nostra pagina (fb: ilsalvagenteit) con Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, Rolando Manfredini, responsabile sicurezza alimentare Coldiretti e Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare che risponderanno alle domande di Enrico Cinotti vicedirettore del Salvagente, e Riccardo Quintili direttore del Salvagente.
L’Italia è tutta unita contro il giudizio nutrizionale a tre colori, dagli agricoltori ai trasformatori industriali fino ai consumatori. In prima linea nella battaglia contro il semaforo alimentare è il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che ha annunciato una lettera a Bruxelles: “Ribadiremo con forza il nostro no a questo sistema. Chiediamo alla Commissione Ue di impedire la diffusione di un elemento così distorsivo del mercato”. Come ha ricordato Martina, il nostro paese è contro il semaforo insieme ad altri 15 stati membri (Croazia, Belgio, Cipro, Spagna, Grecia, Slovenia, Portogallo, Lussemburgo, Bulgaria, Polonia, Irlanda, Romania, Germania, Slovacchia, Lettonia, ma non la Francia, che invece sta sperimentando un sistema simile a quello inglese), perché “provoca danni economici e d’immagine ai nostri prodotti, non porta alcun beneficio per i consumatori e non promuove uno stile alimentare equilibrato o una dieta sana, classificando i cibi con parametri discutibili e approssimativi”.
Vi aspettiamo sulla nostra pagina facebook ilsalvagenteit venerdi 21 aprile alle ore 15,30 dove sarà possibile anche rivolgere domande in diretta ai nostri interlocutori. Live twitting con #etichettasemaforo