Anche la Ue se ne è accorta: “L’etichetta? Non la leggo perchè è troppo piccola”

ETICHETTA DIGITALE

Da oggi la signora Maria non è più sola. Anche Vytenis Andriukaitis, commissario Ue alla Salute e Sicurezza alimentare, è dalla sua parte: “Non guardo mai le etichette alimentari perchè non riesco a leggerle neanche con i miei occhiali. È assolutamente impossibile“.  Che i caratteri siano microscopici e che questo impedisca di comprendere la lista degli ingredienti, la data di scadenza, il numero di lotto e i dati della tabella nutrizionale, è cosa – purtroppo – risaputa e chiunque di fronte a caratteri microscopici rimane interdetto o peggio rinuncia alla letttura. Per questo Foodwatch, ong attiva in diversi paesi europei che si batte per la sicurezza alimentare e la tutela dei consumatori, da tempo ha lanciato una petizione per chiedere un carattere più leggibile per le etichette.

“1,2 millimetri non bastano”

“La normativa europea InCo (Informazione per il consumatore) del dicembre 2014 – scrive Foodwatch – prevede dimensioni minime di 1,2 millimetri, che si abbassano a 0,9 mm per piccoli imballaggi. Un’aberrazione che consente ai produttori di ridurre al minimo informazioni essenziali per i consumatori”. Nel 2008 la Commissione europea aveva provato a innalzare la dimensione minima del carattere a 3 millimetri ma l’opposizione delle industrie alimentari aveva vanificato il tentativo. “È dovere del commissionario Andriukaitis – conclude Foodwatch – porre fine a questa situazione. La dimensione minima dei caratteri alle informazioni obbligatorie sul packaging alimentare deve essere significativamente aumentata. Inoltre, criteri vincolanti devono tenere in considerazione in primis la leggibilità dell’etichettatura dei prodotti alimentari, per esempio per quanto riguarda i contrasti di colori e spaziature”.