un iPhone 7 32 giga nuovo a 229,99 euro invece che 869? Un prezzo quasi incredibile, da “pacco” alla stazione di Napoli, che invece è disponibile per tutti (o quasi, ma poi vedremo l’inghippo) sul sito girada.it. A segnalarci il portale con offerte di prodotti tecnologici scontati anche dell’80%, il nostro lettore Michele Ferrario. Non solo smartphone, ma anche pc, televisori, console, a prezzi stracciati. Qual è il trucco? Per ottenere questo tipo di sconti c’è una procedura da seguire. “Con Girada – scrive il sito – infatti potrai ricevere prodotti sottocosto semplicemente facendo acquistare prodotti ai tuoi amici alle tue stesse condizioni”. La logica sembra quella delle vendite piramidali, tanto di moda alcuni anni fa e oggi vietate in Italia. Ogni acquirente è tenuto a trovare altri acquirenti per ottenere il suo sconto, e questi ultimi dovranno trovare a loro volta altri acquirenti per avere diritto alla loro riduzione di prezzo.
Il (complicato) funzionamento
Gli acquisti si pagano via PayPal, e il cliente base ha a disposizione l’ordine per modalità inversa: “Dovrai acquistare il prodotto a prezzo pieno e successivamente a fronte del numero di amici invitati riceverai il rimborso. Pagando con Modalità inversa riceverai subito il tuo prodotto e potrai in seguito invitare fino a 3 amici ad effettuare un ordine in modalità prenotazione o inversa”. Più sono gli amici trovati più è alto lo sconto. C’è poi la modalità premium, riservata a chi ha già fatto un ordine che può usufruire di vantaggi tra cui entrare a far parte della “catena di acquisti” del sito, cioè la possibilità di mettersi in coda per ottenere lo sconto con l’arrivo di nuovi clienti, anche se non si è trovato nuovi amici. Le tempistiche e le modalità degli acquisti e degli sconti sono descritte in maniera farraginosa nella pagina delle faq, esponendo chi legge al forte rischio di fraintendimento.
Catena di Sant’Antonio?
Di fronte a una modalità di vendita così allettante e al tempo stesso inusuale, abbiamo chiesto un parere all’avvocato Cristiano Iurilli, docente della facoltà di giurisprudenza e medicina (medicina legale) dell’Università di Roma Tor Vergata, e legale di Konsumer Italia. “Potrebbe essere – dice Iurilli – una forma di vendita piramidale ed essere riconducibile all’art.5 della legge 3 agosto 2005, n.173”. Il secondo comma di questa legge, infatti, dice chiaramente: “È vietata, altresì, la promozione o l’organizzazione di tutte quelle operazioni, quali giochi, piani di sviluppo, catene di Sant’Antonio, che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo il pagamento di un corrispettivo”.  Anche se l’avvocato espone anche gli elementi mancanti che potrebbero sottrarre il caso di Girada alla categoria di vendita piramidale: “L’eventuale obbligo del soggetto reclutato di acquistare dall’impresa organizzatrice, ovvero da altro componente la struttura, una rilevante quantità di prodotti senza diritto di restituzione o rifusione del prezzo relativamente ai beni ancora vendibili, in misura non inferiore al 90 per cento del costo originario, nel caso di mancata o parzialmente mancata vendita al pubblico”. Ma anche “l’eventuale obbligo del soggetto reclutato di corrispondere”, in fase iniziale, “una somma di denaro o titoli di credito o altri valori mobiliari e benefici finanziari in genere di rilevante entità e in assenza di una reale controprestazione”; “l’eventuale obbligo del soggetto reclutato di acquistare, dall’impresa organizzatrice o da altro componente la struttura, materiali, beni o servizi, ivi compresi materiali didattici e corsi di formazione, non strettamente inerenti e necessari alla attività commerciale in questione”. L’esperto aggiunge che la società si potrebbe ovviamente difendere citando l’esempio di Sky Italia, ove sky promette uno sconto sull’abbonamento se un cliente presenta un altro cliente.
4 clausole vessatorie
Ma Iurilli individua 4 clausole contrattuali che ritiene “assolutamente vessatorie”: il fatto che l’azienda non è “responsabile di alcun danno o perdita, diretta e/o indiretta, derivante dalla vendita dei prodotti attraverso il sito”. Così come non si ritiene responsabile di ritardi e mancata consegna; l’articolo secondo cui la responsabilità della merce in viaggio è di chi compra; l’affermazione che ogni controversia debba essere svolta presso il foro di Napoli, quando il Codice del consumo considera esplicitamente vessatorio “Stabilire come sede del foro competente sulle controversie località diversa da quella di residenza o domicilio elettivo del consumatore”. In questa giungla di clausole e distinguo, il nostro consiglio è di fare molta attenzione quando decidete di acquistare da siti come questo.