Ci sono ancora batteri troppo resistenti agli antibiotici assunti dagli europei. A dirlo è l’ultimo rapporto sulla resistenza agli antimicrobici nei batteri (Amr), curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Secondo i risultati del rapporto l’Amr costituisce una grave minaccia per la salute del pubblico e degli animali. Le infezioni causate da batteri resistenti agli antimicrobici provocano circa 25.000 decessi all’anno nell’UE.
Gli sforzi non bastano
Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “La resistenza agli antimicrobici desta forte allarme poiché mette in pericolo la salute umana e animale. Abbiamo messo in campo notevoli sforzi per arrestarne l’aumento, ma ciò non basta. Dobbiamo essere più veloci, più forti e agire su parecchi fronti. È questo è il motivo per cui quest’estate la Commissione lancerà un nuovo piano d’azione”.
La Salmonella su tutte
In generale, la multifarmacoresistenza nei batteri di Salmonella è alta in tutta l’UE e la salmonellosi, la malattia causata da tali batteri, è la seconda tra le malattie a trasmissione alimentare più comunemente riferite nell’UE. Secondo Mike Catchpole, direttore scientifico dell’Ecdc, “Particolarmente preoccupante è il fatto che alcuni tipi di Salmonella comuni negli esseri umani, come la SalmonellaTyphimurium monofasica, presentino un’elevatissima multifarmacoresistenza”.
In Italia siamo indietro
I Paesi dell’Europa settentrionale ed occidentale hanno generalmente livelli di resistenza inferiori a quelli dell’Europa meridionale e orientale, tra cui l’Italia e, secondo l’Efsa, le variazioni geografiche sono probabilmente riconducibili alle differenze d’uso degli antimicrobici nell’UE: “Ad esempio i Paesi in cui sono state intraprese azioni per ridurre, sostituire e ripensare l’uso degli antimicrobici negli animali mostrano livelli più bassi di resistenza agli antimicrobici e una tendenza alla diminuzione”. Tra i risultati del rapporto la rilevazione, per la prima volta, della resistenza agli antibiotici carbapenemici, in genere l’opzione terapeutica finale per pazienti infettati da batteri resistenti agli altri antibiotici disponibili.
Ecco alcuni dei batteri più resistenti agli antibiotici e dove possono svilupparsi.
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- Salmonella. Come spiega l’Istituto superiore di sanità.’infezione si trasmette per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminate o per contatto, attraverso la manipolazione di oggetti o piccoli animali in cui siano presenti le salmonelle. I principali veicoli di trasmissione della salmonella sono rappresentati da alimenti, acqua contaminata, piccoli animali domestici.Tra gli alimenti, in particolare la salmonella si può trovare in uova crude o poco cotte e derivati, latte crudo e derivati, carne e derivati poco cotti, salse e condimenti per insalate, frutta e verdura contaminate durante il taglio. Può portare alla salmonellosi e alla setticemia.
- Escherichia coli. Trovato in carni bovine e suine, maiali e vitelli, contamina anche altri tipi di cibo, come le verdure e la frutta, tramite contaminazione via acqua. Può causare diarre e infezioni di vario tipo, tra cui quella alle vie urinarie.
- Campylobacter coli. Oltre il 10% dei batteri di Campylobacter coli riscontrati negli esseri umani mostravano resistenza a due antimicrobici di importanza primaria(fluorochinoloni e macrolidi), che vengono impiegati per curare infezioni gravi da Campylobacter nell’uomo. La campilobatteriosi è la malattia veicolata da alimenti più comunemente riferita nell’UE.