Svolta all’orizzonte per limitare l’acrilammide nei cibi? Per la prima volta la Ue non esclude la possibilità di fissare un limite massimo alla concentrazione dell’acrilammide – la sostanza cancerogena che si forma quando gli alimenti ricchi di amidi – come le patate e il pane – vengono fritti o cotti ad elevate temperature – nel baby food, patatine, corn flakes e tutti i cibi pronti.
Rispondendo alla campagna promossa da Safe, Safe Food Advocacy Europe l’ong che si batte per la sicurezza alimentare in Europa e che in questi mesi ha contrastato gli appetiti delle aziende alimentari interessate a bloccare qualsiasi “giro di vite” sull ‘acrilammide, Sabine Jülicher, direttrice presso la Commissione europea della Dg Sante Salute e sicurezza alimentare, ha recentemente detto che “Bruxelles non esclude la possibilità di fissare livelli massimi di acrilammide negli alimenti e il ritiro di alimenti non sicuri dal mercato”.
Safe: “Vogliamo una tempistica specifica”
Floriana Cimmarusti, direttrice di Safe, valuta l’apertura della Ue “un’eccellente notizia e speriamo che un intento così positivo sarà incluso nel progetto del nuovo Regolamento sui contaminanti negli alimenti, ma chiediamo che si faccia chiarezza sui tempi e che siano celeri“. Insomma l’intenzione è buona ma se le nuove regole dovessero entrare in vigore tra tre anni l’effetto sarebbe molto annacquato.
Dalla moral suasion al tetto massimo
Nonostante l’acrilammide sia riconosciuta come un contaminante cancegorogeno e che tra le fasce della popolazione più esposte ci siano proprio i piccoli consumatori, la Ue non ha mai fissato un limite di legge alla concentrazione ma dei “valori indicativi”, rivisti periodicamente, che le aziende alimentari devono tendere a rispettare. E se non lo fanno? Non succede nulla, nessuna sanzione e nemmeno nessun ritiro dal mercato proprio perché si tratta di moral suasion e non di un limite massimo di legge. La svolta potrebbe arrivare ora se la Ue fissa un tetto massimo alla concentrazione di acrilammide. Ma che tempi sono previsti? E soprattutto dopo che per anni le aziende del Big Food si sono opposte al limite di legge, come intenderanno muoversi a Bruxelles per scongiurare la tagliola su patatine, corn flakes, pan carré, caffé e company? La partita è aperta.
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