Il riso rosso fermentato, integratore utilizzato contro il colesterolo alto, ha profili di rischio simili alle statine, in particolare può provocare lesioni epatiche e muscolari. E’ quanto emerge da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – pubblicato da British Journal of Clinical Pharmacology – che auspica un continuo monitoraggio sulla sicurezza di prodotti “naturali”. Il riso rosso fermentato contiene monacolina K, una molecola con una struttura chimica identica alla lovastatina, ovvero una statina per il trattamento della ipercolesterolemia. Per tale motivo, nonostante siano stati pubblicati pochi studi che ne hanno valutato il profilo di sicurezza, viene spesso usato da persone con colesterolo alto intolleranti alle statine.
La Commissione europea ha recentemente commissionato una valutazione della sicurezza della monacolina K negli integratori alimentari all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Il rapporto dell’EFSA non è stato in grado di identificare un apporto dietetico di monacoline (il principio attivo di questi integratori) che non desta preoccupazioni riguardo agli effetti dannosi per la salute
In Germania, il BfR – l’istituto federale per il rischio alimentare – non raccomanda il consumo di integratori alimentari a base di riso rosso fermentato. Chiunque desideri ancora utilizzare tale integratore alimentare dovrebbe farlo solo sotto controllo medico, spiegano le autorità tedesche, o dopo aver consultato il proprio medico. In particolare, i consumatori dovrebbero essere consapevoli del fatto che i livelli di monacolina K negli integratori possono variare ampiamente da un prodotto all’altro.
Dalla mialgia ai danni al fegato
Il nuovo studio – condotto da Gabriella Mazzanti, Paola Angela Moro, Emanuel Raschi, Roberto Da Cas e Francesca Menniti Ippolito – ha approfondito il profilo di rischio del riso fermentato attraverso le segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse pervenute al sistema di fitosorveglianza coordinato dall’Iss. Da aprile 2002 a settembre 2015 su un totale di 1261 segnalazioni, 55 hanno riguardato integratori a base di riso. Le reazioni riportate consistevano in mialgia (19), reazioni gastrointestinali (12), danni al fegato (10), reazioni cutanee (9), altri tipi di reazioni (5). L’età media era di 64 anni, il 70% erano donne; in 13 casi la reazione ha richiesto il ricovero. Ciò che emerge è dunque che il profilo di rischio del riso rosso fermentato è simile a quello delle statine. È auspicabile – concludono i ricercatori – che si continui a monitorare la sicurezza degli integratori alimentari e, più in generale, dei prodotti definiti come “naturali”, al fine di definire il loro profilo di rischio, così da aumentare le conoscenze degli operatori sanitari e dei consumatori.
Le altre allerte
L’allarme dell’Ics è solo l’ultimo in ordine di tempo. Prima è stata l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses) che nel 2013, dopo avere ricevuto 25 segnalazioni di effetti collaterali indesiderati a carico dei muscoli e del fegato, ha lanciato un appello a non assumere gli integratori a base di riso rosso fermentato. L’invito era rivolto alle donne in gravidanza e in allattamento, alle persone con più di 70 anni, ai grandi consumatori di pompelmo e altri gruppi. Ad agosto, invece, Consumer Reports, l’associazione dei consumatori statunitensi,  ha identificato 15 ingredienti di integratori potenzialmente pericolosi. Tra questi c’è anche il riso rosso fermentato accusato di danni renali e problemi muscolari, al fegato, perdita di capelli.