Il principio base “più usi un servizio meno paghi”, ovvero “più chilometri percorri in treno e minore sarà la tariffa applicata ” veniva completamente stravolto dall’algoritmo, il sistema di calcolo, usato da Trenitalia dal 2007 ad oggi, per calcolare gli abbonamenti dei pendolari sulle tratte “sovraregionali“. Il risultato? Ad ogni rinnovo gli utenti hanno pagato fino al 33% in più rispetto alla tariffa giusta. “È come se i pendolari italiani abbiano pagato tariffe tedesche per viaggiare su treni italiani” afferma Furio Truzzi, presidente nazionale di Assoutenti, l’associazione che ha denunciato per prima lo scandalo degli “abbonamenti gonfiati” e che ora promette battaglia legale se, Trenitalia e le Regioni, non provvedano a “riallineare le tariffe da un lato e a provvedere ai rimborsi dall’altro”.
Come è stata scoperta la “trappola”
Nel maggio 2015 i comitati pendolari aderenti ad Assoutenti scoprono che le tariffe calcolate da Trenitalia sono più alte di quanto dovrebbero costare. “I treni interessati – spiega Truzzi al Salvagente – solo quelli sovraregionali – esclusa quindi l’Alta Velocità e le Frecce Bianche – ovvero le tratte che attraversano più regioni, quelli più usati dai pendolari”. Cosa scoprono gli utenti? Ce lo spiega ancora il presidente di Assoutenti: “Prendiamo la Grosseto-Civitavecchia: se l’utente acquista due biglietti separti da Grosseto al confine laziale e da qui a Civitavecchia paga di meno che se oggi acquista un biglietto unico “sovraregionale”. E questo perchè l’algoritmo, ad essere buoni, è incoerente ovvero non è tarato sul principio più è lungo il tragitto e meno l’utente paga”. Così funziona da dieci anni e ha gonfiato gli abbonamenti di oltre 70mila pendolari italiani. Trenitalia sapeva? E le Regioni?
Milano-Genova? 38 euro in più al mese
Ma in sostanza quanto hanno pagato in più i pendolari? Nella tratta Milano Centrale-Genova Brignole (regioni interessate: Lombardia, Piemonte, Liguria) la tariffa sovraregionale applicata è di 159,10 euro; la tariffa calcolata con l’algoritmo giusto è di 121,20 euro: i pendolari pagano 37,90 euro in più. Nella tratta Milano Centrale-Torino Porta Nuova la tariffa sovraregionale mensile di seconda classe è di 159,10 euro: con l’algoritmo giusto costerebbe 126 euro, il prezzo pagato in più dai pendolari è di 33,10 euro. Così sulla tratta Ancora-Pescara Centrale la tariffa sovraregionale applicata è di 145,50 euro, quella con l’algoritmo giusto sarebbe invece di 109,50 euro: la differenza è di 36 euro.
Trenitalia ammette l’errore ma…
Il 2 febbraio Trenitalia – “dopo circa due anni” – ha convocato Assoutenti riconoscendo l’errore di calcolo e “aprendo” ai rimborsi. “Ora -aggiunge Truzzi – le tariffe sono stabile dalle Regioni attraverso un contratto di servizio che hanno con Trenitalia. È chiaro che all’azienda i conti tornavano: se per ogni utente il servizio costa 100 poco importava se il carico era 60% in capo all’utente e 40% per la Regione invece del contrario. La somma andava in equilibrio. Ora all’azienda chiediamo che da oggi le tariffe siano riallineate correggendo l’algoritmo mentre alle Regioni chiediamo tempi rapidi per una risposta sui rimborsi. Altrimenti partiranno le azioni giudiziarie presso i giudici di pace”.
…scarica sulle Regioni gli abbonamenti
La palla ora passa alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome presieduta dal presidente del Piemonte Sergio Chiamparino: saranno gli enti locali a doversi caricare l’onere dei rimborsi, salvo magari rifarsi su Trenitalia per il sistema “farlocco” di tariffazione. Decisivo l’accordo di giovedì scorso, a Roma, a chiusura dell’incontro tra Assoutenti e Trenitalia. L’amministratore delegato Barbara Morgante e il direttore del trasporto regionale Orazio Iacono hanno riconosciuto ufficialmente la necessità di ottimizzare il modello di calcolo delle tariffe, come si legge nel comunicato concordato tra le parti: “L’azienda condivide il disagio e le recriminazioni dei comitati pendolari che lamentavano il fatto che con l’algoritmo applicato gli abbonamenti sovraregionali arrivano a costare fino al 33% in più di quanto dovrebbero essere tariffati “. Ora però alle parole devono seguire i fatti.
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