Parassita del salmone, nessun rischio alimentare per i consumatori

Salmon served at the table

Ha suscitato interesse l’articolo che abbiamo pubblicato ieri sulla produzione di salmone norvegese minacciata “dal pidocchio di mare”. Molti lettori ci hanno chiesto se può diventare un problema sanitario per il consumatore. Abbiamo approfondito l’argomento con Valentina Tepedino, veterinario e direttrice di Eurofishmarket.it: “Quello lanciato in questi giorni da The Indipendent non è un allarme nuovo. Da anni la Norvegia fa i conti con questo parassita che fa sempre più vittime. Tra l’altro, il problema è molto sentito e l’Autorità norvegese sta investendo molto nella ricerca di una soluzione sostenibile che non passi attraverso l’uso massiccio di medicinali”.

Sul rischio che il pidocchio di mare possa entrare nella filiera alimentare, la Tepedino non ha dubbi: “Mi sento di escluderlo. Il Lepeophtheirus salmonis è un parassita che rovina esteticamente il pesce rendendolo non vendibile. Dunque è solo ed esclusivamente un problema commerciale“. E ogni anno la produzione diminuisce vertiginosamente  e i prezzi salgono ma non solo a causa del parassita: “Le stime del giornale britannico non sono proprio corrette” spiega il direttore di Eurofishmarket “il costo aumenta perché la Norvegia è rimasta l’unica a dover soddisfare una domanda mondiale in costante aumento”. Il Cile è il secondo produttore dopo la Norvegia: qui, da qualche anno l’eccezionale aumento della temperatura delle acque dell’Oceano indiano meridionale ha innescato una serie di fioriture algali dai risvolti catastrofici che hanno intaccato pesantemente gli allevamenti di salmoni e, di conseguenza, ridotto la produzione. D’altro canto, in Norvegia – conclude la Tepedino – le norme per allevare i salmoni sono molto rigide e non è proprio semplice aumentare il numero di pesci allevati in ciascuna azienda.