Miti alimentari, bio è meglio?

Siamo disposti a spendere quasi il doppio per acquistare prodotti da agricoltura biologica. Perché li consideriamo più genuini, più buoni, più rispettosi del pianeta. Quando li portiamo in tavola, ci sentiamo in armonia con la natura. A ben vedere, però, le cose non stanno esattamente così…

Un prodotto naturale è sinonimo di cibo sicuro e di qualità?

FALSO Per svariati motivi questo sillogismo non è del tutto veritiero, ad esempio le muffe producono sostanze altamente tossiche per l’uomo, note come micotossine, eppure le muffe sono microorganismi del tutto naturali che accompagnano da sempre l’uomo sul pianeta. Gli stessi acidi grassi saturi sono prodotti del tutto naturali, ma un loro eccessivo consumo nella dieta comporta dei rischi cardiocircolatori per la salute delle persone che ne abusano. Esistono le mandorle amare che una volta ingerite sviluppano acido cianidrico, oppure legumi ricchi di sostanze antinutrizionali dannose per il nostro intestino come le lectine. La qualità complessiva di un prodotto è una proprietà intrinseca che si “affina” con la selezione che l’uomo fa durante i millenni di uso scegliendo sempre prodotti benefici, salutistici o quantomeno non pericolosi per la sua salute.

Il prodotto integrale è più pericoloso di uno raffinato perché più “contaminato”?

FALSO I prodotti integrali sono associati a una maggiore presenza di metalli pesanti, di pesticidi, di molecole indesiderati presenti di solito sulla superficie esterna di questi prodotti. Altre molecole sono presenti all’interno del tessuto vegetale entrandovi attraverso le radici per potere agire in maniera diversa. Inoltre, le piante si difendono dagli attacchi esterni concentrando gli antiossidanti o i polifenoli sulla parte più esterna del frutto che rappresenta la loro prima linea di difesa ad esempio la maggior parte del benefico licopene è nella buccia del pomodoro il che rende i pelati meno salutistici dei pomodori interi. I prodotti troppo raffinati o eccessivamente manipolati purtroppo si impoveriscono molto del tesoro di sostanze protettive naturali che invece sono benefiche per l’uomo.

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Il “biologico” non è sinonimo di prodotti più ricchi di nutrienti?

VERO I prodotti biologici offrono al consumatore una scelta alternativa di prodotti più sicuri per l’assenza di pesticidi e di altre molecole sintetiche, ma possono essere presenti quantità maggiori di micotossine oppure di glicoalcalodi, pericolosi per l’uomo, come la solanina e la tomatina che nelle solonacee sono una delle difese naturali. Gusto, sapore e aroma se differenziano i prodotti convenzionali dai prodotti biologici, non sono stati associati in modo certo al tipo di agrotecnica utilizzata. Nei prodotti biologici sono spesso presenti più polifenoli, antiossidanti ecc.. che per l’organismo vegetale come olive, uva e via elencando sono una ulteriore difesa della pianta verso gli attacchi esterni mentre per noi sono un valore salutistico aggiunto.

Gli spinaci sono dei vegetali poveri in ferro?

VERO L’immagine degli spinaci evoca direttamente il Braccio di Ferro dei cartoon e questo ha, fortunatamente, molto diffuso il consumo di questo ortaggio specie tra i bambini, ma in realtà 100 grammi di spinaci crudi contengono non più di 3 mg di ferro. Inoltre questo “ferro” è presente in una forma per noi è di difficile assorbimento ed è utilizzabile solo parzialmente. Il ferro presente nel corpo umano è circa 4 g nell’uomo e 2,5 g nella donna e svolge funzioni fondamentali sia per il nostro metabolismo che per il trasporto dell’ossigeno grazie all’emoglobina. Gli spinaci sono invece ricchi di vitamine e di acido folico e la sulla tavola la loro presenza è comunque fonte di benefici per la nostra salute.