Il caffè del Brasile commercializzato in Italia e in Europa potrebbe contenere residui di pesticidi nocivi per la salute dei cittadini: le sostanze sotto accusa sono il terbufos e il glifosato. Il primo ampiamente utilizzato in Brasile e vietato in Europa; il secondo, il glifosato, in Ue è ammesso entro certi limiti (che non esistono nel Paese dell’America meridionale). A sollevare la questione, l’eurodeputato pentastellato, Piernicola Pedicini, che ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Commissione europea di “intervenire per monitorare la qualità del caffè brasiliano e, nello specifico, verificare che esso non contenga residui di pesticidi banditi dalla Ue o che superino i limiti massimi stabiliti dalle normative vigenti”.
Brasile primo importatore di caffè
Attualmente i paesi produttori di caffè sono 50: il Brasile è in testa alla classifica con il 35% della produzione mondiale, seguono Vietnam, Indonesia, Colombia, Etiopia, India, Honduras …via via in fondo troviamo Angola, Sierra Leone, Liberia, Malawi, Zambia. Per tutti questi paesi il caffè rappresenta una delle principali fonti di esportazione e per i piccoli paesi produttori situati nel centro America e in Africa il caffè rappresenta una ricchezza nazionale. E’ da questi paesi dove 25 milioni di piccoli produttori agricoli producono l’80% del caffè venduto al mondo che inizia il viaggio dell’oro verde. Il principale porto d’ingresso europeo del caffè è Trieste: “Qui – spiega l’eurodeputato M5S – una volta superato il controllo sanitario ministeriale alla frontiera, il caffè viene autorizzato per la vendita anche negli altri Paesi europei”.
Terbufos e glifosato non vengono “cercati”
Il caffè brasiliano che arriva nel porto di Trieste, viene sottoposto a ad analisi ufficiali da parte dell’Agenzia dell’ambiente del Friuli che, tuttavia, non indagano la presenza di alcuni pericolosi fitosanitari ampiamente utilizzati nelle coltivazioni brasiliane del caffè ma vietati nell’Unione europea. “In particolare – sottolinea l’eurodeputato Pedicini – i controlli ufficiali non ricercano la presenza del pericoloso pesticida Terbufos, e del glifosato, seppur l’impiego di quest’ultimo è permesso in Europa entro certi limiti”.
L’inchiesta di Danwatch
Una ricerca fatta dai giornalisti indipendenti di Danwatch ha messo in luce come l’uso smodato di pesticidi tossici stia decimando i lavoratori delle piantagioni di caffè brasiliane. Il principale responsabile di questa morìa è proprio il terbufos, un composto tossico che viene usato come insetticida capace di uccidere anche solo con un minimo contatto con la pelle. Se si rimane intossicati si possono manifestare disordini visivi, vertigini, vomito, difficoltà di respirazione e perdita di coscienza.