Con il voto favorevole della Commissione agricoltura della Camera, l’iter di approvazione della legge per inserire l’origine del latte in etichetta si è concluso. Adesso manca solo l’emissione dell’apposito decreto da parte del ministero delle Politiche agricole che dovrebbe arrivare entro fine anno, con entrata in vigore del testo a partire da gennaio. Lo schema di decreto, che ha ottenuto il sì dalle commissioni di riferimento da parte di entrambe le Camere, prevede che nella confezione di tutti i tipi di latte e i derivati, ossia yogurt, burro e formaggi, siano riportate in etichetta: “paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”, “paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato”, “paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato”.
Deroga alla legge Ue
Lo scorso 14 ottobre, era scaduti i 3 mesi di silenzio-assenso da parte della Commissione Ue per la richiesta italiana di deroga al regolamento 1169/2011 che prevede di non indicare l’origine dei prodotti in etichetta. Adesso, solo la crisi di governo e le dimissioni di Renzi potrebbero bloccare l’approvazione del decreto, cosa che comunque appare improbabile: l’iter politico si è concluso con un’approvazione all’unanimità, dunque anche un eventuale governo tecnico non dovrebbe avere difficoltà ad emettere il decreto attuativo.
Prossimo passo: il grano
Esulta il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura, che chiarisce come “Il prossimo obiettivo, auspicato dai 5 Stelle, è il grano, affinché il consumatore possa poter scegliere tra la pasta che riporta in etichetta “100% grano italiano” e quella realizzata con miscele che usano varietà importate. Una proposta già portata in Parlamento con un nostro ordine del giorno e che aspetta ancora di essere concretizzata secondo quanto annunciato proprio dal Ministero delle Politiche Agricole”.
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