Pvc o legno? Quali finestre convengono?

Caro Test-Salvagente, sono un vostro abbonato e vi chiedo informazioni sugli infissi. Come sapete con la detrazione del 65%  è molto conveniente cambiare le vecchie finestre. Sono spuntati come funghi, almeno a Modena, installatori più o meno esperti, che sono anche rappresentanti di infissi, per la maggior parte esteri, in PVC. Io ho optato per finestre in legno all’interno e alluminio all’esterno perchè ho voluto incentivare il lavoro italiano e soprattutto perché sembra che gli infissi in PVC inquinino in tutte le fasi della loro esistenza e sembra che non possano essere riciclati in quanto antieconomico separare il vetro dal telaio. Risulterebbe che la Germania ha smesso di farli montare nelle case dei tedeschi. È ovvio che un infisso in PVC costa meno di un infisso in legno e alluminio ma a questo si potrebbe ovviare graduando l’incentivo fiscale.
Voi che ne pensate?

Vittorio Ballestrazzi

 

Caro Vittorio,

cambiare o no una finestra? E con quali materiali? Una domanda che molti si pongono. Il Test Salvagente si era occupato di questo tema con un’inchiesta approfondita pubblicata nel numero di agosto 2015, a firma di Giulio Meneghello. Ne riproponiamo un ampio stralcio e la grafica di dettaglio.

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Montare porte e finestre è un’ottima soluzione per tagliare la bolletta e migliorare il comfort abitativo. L’intervento rientra tra quelli che beneficiano della detrazione scale del 65%, a patto che si tratti di una sostituzione, che i serramenti siano installati per delimitare un ambiente riscaldato e che abbiano determinati valori di trasmittanza termica cioè capacità di non far passare il calore stabiliti per legge per ogni zona climatica.

Quale vetro?

Le tecnologie tra cui si può scegliere sono diverse. “A partire dai vetri, in ordine crescente – ci spiega Marco Chiesa dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano – abbiamo il vetro tradizionale stratificato, doppio o triplo; il vetro a controllo solare, che consente di ridurre i carichi termici da radiazione solare e che può essere riflettente o selettivo; infine abbiamo il vetro basso emissivo, una soluzione ancora relativamente di nicchia che riduce gli scambi radiativi con l’esterno attraverso un sottile film metallico”.

Quale infisso?

Aggiunge l’esperto: “Per quel che riguarda gli infissi, in ordine di costi crescenti troviamo quelli in Pvc, quelli in legno, che hanno per altro le prestazioni energetiche migliori, e in metallo, essenzialmente alluminio”.

Come cambiano i costi?

I range di prezzo sono ampi, per una finestra da 80×120 cm si va dai 150-260 euro della combinazione meno costosa Pvc e doppio vetro tradizionale ai 500-1.000 euro degli infissi in metallo a taglio termico con vetri basso emissivi.

Il risparmio in bolletta

Ma quanto può contribuire a tagliare la bolletta la sostituzione dei serramenti?

Ad esempio per un’abitazione di 100 mq è la stima che ci fornisce il professor Chiesa nella quale sostituiamo 20 ante con serramenti in legno e doppio vetro, avremo alla fine 2 W/m2K di trasmittanza contro i 5 di una finestra tradizionale, a fronte di una spesa di circa 10mila euro (alla quale va detratto il bonus scale). Alla fine l’intervento produrrà un risparmio di circa 2-300 euro all’anno sulla bolletta. “Abbiamo tempi di rientro dell’investimento sui 20 anni piuttosto lunghi spiega l’esperto rispetto ad altri interventi di risparmio energetico. Ma la sostituzione dei serramenti non va considerata come investimento a sé stante o destinato unicamente a ridurre i consumi. Se è realizzata assieme ad altri interventi può contribuire a promuovere l’immobile in fatto di classe energetica, aumentandone il valore, oltre a migliorare il comfort abitativo, ad esempio dal punto di vista dell’acustica”.

Contro il rumore

E proprio l’acustica merita un discorso a parte: le prestazioni di un serramento da questo punto di vista sono riassunte dal valore Rw, potere fonoisolante aereo: più alto è il valore espresso in decibel (dB) migliore è l’isolamento.

“I prodotti in commercio ora vanno dai 30 ai 46 dB, ma ce ne sono anche da 48 o da 50 dB”, ci spiega Pietro Mariotto, presidente di Anfit, l’Associazione nazionale per la tutela della finestra. “Per avere un parametro di paragone, i serramenti a vetro singolo invece, che non si possono più installare, hanno poteri fonoisolanti sui 24-26 dB”.

Come capire quale potere fonoisolante dobbiamo pretendere dai serramenti che vogliamo montare?

“Il serramentista conclude l’esperto non ha le competenze per darvi indicazioni da questo punto di vista, ci si deve rivolgere a un professionista specializzato in acustica, che indicherà le prestazioni acustiche necessarie a garantirvi il giusto comfort”.

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