Torna a crescere il numero di italiani che utilizzano le sigarette elettroniche, ritornato quasi ai livelli del boom del 2013, seguito da una fuga di consumatori preoccupati dalle sostanze contenute nei liquidi usati. Nel frattempo, la tecnologia delle e-cig è progredita e diversi studi internazionali hanno cominciato a sostenere l’utilità di questa abitudine per ridurre i danni alla salute. L’ultimo studio che va in questa direzione in ordine di tempo, è stato coordinato dal professor Shu-Hong Zhu dell’università di San Diego, che ha misurato per due anni il coefficiente di successo tra chi tenta di abbandonare il vizio del fumo utilizzando abitualmente e per lungo tempo le sigarette elettroniche in confronto a le usa chi saltuariamente e chi mai, le sigarette elettroniche.
Il 42,4% ha smesso di fumare
I risultati, riportati dal portale specializzato Sigmagazine.it, dicono che le possibilità di smettere di fumare con la sigaretta elettronica utilizzata nel lungo periodo sono 4,1 volte maggiori rispetto a chi non la utilizza. Chi la usa solo una volta ogni tanto, invece, non avrebbe particolari benefici nel tentativo di finirla con il tabagismo. La ricerca dell’università di San Diego ha osservato il comportamento di 2.028 fumatori in Usa, scoprendo che il 42,4 per cento dei fumatori assidui di e-cig aveva smesso di fumare tabacco, contro il 14,2 per cento di chi le usava saltuariamente e il 15,6 per cento di chi è riuscito a smettere senza usare le e-cig.
Anche l’Iss cambia posizione
Sull’utilità delle sigarette elettroniche come strumento per la riduzione del tabagismo, nel mondo scientifico, ci sono pareri discordanti, ma sono sempre di più gli enti che si stanno schierando a favore, come il Public Health England, che ritiene le e-cig meno dannose delle sigarette tradizionali del 95%. Per quanto riguarda l’Italia, l’istituto superiore di sanità, che ha messo in cantiere analisi proprie per dare un responso definitivo, si mantiene in una posizione intermedia. Anche se, rispetto ai primi pronunciamenti, la posizione sembra implicitamente allentarsi in favore dell’utilizzo, come dimostra il Rapporto nazionale sul fumo 2016, elaborato dall’Iss. All’interno, infatti, pur affermando che le E-cig “non sono attualmente prodotte secondo gli standard dei medicinali e sono probabilmente più pericolose dei NRT (terapie a base di nicotina, come il cerotto, ndr)”, allo stesso tempo riporta i risultati del Rapporto del Royal College of Physicians, secondo cui “Il rischio per la salute che deriva dall’assunzione a lungo termine del vapore delle e-cig oggi disponibili è poco probabile che superi il 5% del danno da fumo di tabacco, le evidenze oggi indicano che le e-cig sono utilizzate per lo più come alternativa più sicura alle sigarette tradizionali da fumatori che cercano di ridurre i danni a se stessi o agli altri o che vogliono smettere del tutto di fumare; Nell’interesse della salute pubblica è importante promuovere l’uso di e-cig”.