Bruxelles, la guerra delle mandorle “Toxin free”

Va in scena a Bruxelles la guerra delle mandorle. A lanciare l’offensiva è stato l’europarlamentare Ncd Giovanni La Via che ha presentato un’interrogazione per sostenere l’etichettatura “senza aflatossine”  sui prodotti a base di mandorle senza questa sostanza cancerogena. Alla base delle motivazioni di La Via, così come riportato da FoodNavigator, la convinzione che le mandorle provenienti dalla California ed esportate in Europa abbiano spesso un contenuto rilevante di questa sostanza, mentre altre, come quelle coltivate in Italia, sono note per avere livelli zero di aflatossina: “La mandorla Avola, coltivato in provincia di Siracusa, è una delle più note e migliori mandorle italiane e non contiene aflatossine“, ha detto via La Via. “La Commissione, pertanto, non ritiene opportuno, al fine di proteggere i consumatori, autorizzare la dicitura ‘priva di aflatossina’, per le mandorle che abbiamo dimostrato di non avere tracce di mandorle dopo accurati test?”

Il no della Commissione

Dalla Commissione però è arrivato un no secco alla richiesta di La Via, perché le affermazioni dell’eurodeputato italiano sarebbero prive di qualsiasi evidenza. Il commissario Ue per la salute e la sicurezza alimentare, Andriukaitis Vytenis ha così risposto: “Le aflatossine sono micotossine prodotte da funghi Aspergillus sp, principalmente. Questi funghi sono presenti anche in ambienti agricoli italiani. Non ci sono varietà di mandorlo resistenti alle infezioni da questi funghi”. Nel respingere la proposta la Commissione ha fatto notare che tutte le mandorle vendute nell’Unione europea sono conformi ai rigidi livelli massimi di aflatossine consentiti perché non siano pericolosi per la salute umana.  La proposta segue il report del sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi (RASFF) che alll’inizio di quest’anno, ha mostrato un grande aumento di micotossine in generale (non solo aflatossine) in prodotti alimentari, a livello globale. Gli Stati Uniti e il Canada avevano alcuni richiami da parte del Rasff, a causa della contaminazione da micotossine in proteine delle arachidi e delle mandorle, anche se questi casi non potevano essere collegati a nessun prodotto esportato in Europa.