Da oggi sarà più facile donare gli avanzi alimentari e i medicinali mal etichettati. La legge contro gli sprechi alimentari e dei farmaci è stata approvata in via definitiva: dopo il primo sì di marzo alla Camera, ieri l’ok è arrivato anche dal Senato. La nuova norma prevede che qualsiasi attività commerciale possa donare cibo in eccedenza con una procedura agevolata rispetto al passato. Se infatti fino a oggi un supermercato o una pizzeria dovevano comunicare con 5 giorni di anticipo l’intenzione di donare, ora basterà fare un consuntivo a fine mese, garantendo la tracciabilità della donazione (serve ad evitare il rischio che cibo in scadenza venga rimesso in commercio, con la scusa della donazione).
Recupero anche sui campi
Altra misura inserita nella legge è quella che consente di non buttare al macero o, peggio, lasciare marcire i prodotti agricoli rimasti nei campi (spesso purtroppo per mancanza di richiesta del mercato), utilizzandoli per donazioni gratuite. La legge pone dei limiti a ciò che può essere donato, per evitare che tra le mani di chi ha bisogno finiscano prodotti a rischio per la salute. Solo i prodotti con “termine minimo di conservazione”, comunemente noti per la dicitura “da consumarsi preferibilmente“, potranno essere donati anche dopo 30 giorni (salvo eccezioni previste) dalla data indicata in confezione, mentre i prodotti con la dicitura “da consumare entro”, potranno essere ceduti solo precedentemente alla scadenza. Il pane invece dovrà essere regalato entro 24 ore dalla produzione.
Anche il cibo confiscato
Le migliaia di tonnellate di cibo confiscato ogni anno, provenienti da frodi o da mercato nero, potranno essere donate su discrezione dei magistrati. Diventa inoltre una regola per tutti i ristoranti, quella di permettere al cliente che non termina la propria consumazione di portarsi a casa gli avanzi con una “family bag”, la borsetta da asporto. Le produzioni a km zero verranno inoltre incentivate come strumento per ridurre lo spreco della filiera.
Farmaci mal etichettati
Anche i farmaci rientrano nelle donazioni possibili, ma solo quelli con etichette sbagliate, purché gli errori non riguardino la scadenza o l’indicazione dei principi attivi e di altre sostanze allergiche. Francesco Marsico, responsabile area nazionale della Caritas commenta: “Di sicuro è un passo in avanti rispetto alla normativa precedente, questa tenta un approccio complessivo e soprattuto non limita l’azione ai soggetti caritatevoli ma fa diventare il tema del recupero, del non spreco, una questione che deve riguardare ogni componente delle filiera agroalimentare“. I donatori previsti dalla legge non sono solo gli esercizi commerciali, ma anche le onlus, gli enti pubblici, così come le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Dal punto di vista dei finanziamenti, viene previsto uno stanziamento di 10 milioni per per l’anno 2016 e di 20 milioni di euro per l’anno 2017, destinati alle organizzazioni no-profit che devono comprare mezzi necessari alla distribuzione del cibo donato. La legge inoltre istituisce il Fondo nazionale per la ricerca scientifica finalizzata alla limitazione degli sprechi di risorse naturali, con una dotazione iniziale pari a 10 milioni di euro per l’anno 2016.
Agevolazioni fiscali
I promotori della legge, tra cui la prima firmataria, la deputata Pd Gadda, hanno puntato a un meccanismo che fosse di tipo premiale e non sanzionatorio come ad esempio la legge francese. Chi, infatti, donerà, avrà agevolazioni fiscali e potrà richiedere uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato. “Condividiamo questo approccio per un motivo di realismo – spiega il responsabile della Caritas – perché la punibilità a parte la difficoltà a perseguire chi commette i reati, non contribuisce a creare una cultura diffusa. La legge punta a rendere sistematico il comportamento virtuoso”
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La palla passa agli enti locali
“Una buona legge, che permette a Coop di potenziare i progetti anti-spreco che già portiamo avanti da anni” commenta Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop, che ricorda le diverse iniziative della Gdo su questo fronte, tra cui i progetti “Buon fine”, “Brutti ma buoni”,“Spreco utile”, che solo nel 2015 ha permesso di donare ad oltre 800 organizzazioni del volontariato, 5.143 tonnellate di derrate alimentari, pari a 6 milioni di pasti a persone in difficoltà. Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera ricorda come di cibo, “Secondo alcune stime, se ne perde fino al 50% lungo tutti gli anelli della catena agroalimentare e si trasforma in rifiuto. Ciò accade mentre quasi un miliardo di persone nel mondo sono a rischio denutrizione”. “Con molto realismo – chiosa Marsico – dico che non credo che manchino alla nuova legge tasselli in particolare, se non l’applicazione della legge stessa. Va implementata con politiche nazionali, territoriali, locali, che siano adeguate. C’è un problema di responsabilità diffusa che riguarda le regioni e le amministrazioni locali. È un appello a una virtuosità che deve diventare sistema, poi vedremo tra qualche anno cosa manca”.