Mai più pollo allevato con l’uso di antibiotici, carne con conservanti artificiali e panini con sciroppo di fruttosio. Mc Donald’s ha annunciato negli Stati Uniti una vera e propria rivoluzione dei suoi menù e l’auspicio è che la svolta americana contagi al più presto gli altri fast food della catena in giro per il mondo.
La decisione per far fronte all’antibiotico resistenza
Con un anno di anticipo rispetto alle previsioni, Mc Donald’s ha bandito dai suoi menù il pollo allevato con antibiotici. Di certo si tratta della decisione più importante in quanto l’uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti animali è collegato alla creazione di batteri resistenti ai farmaci. I dati parlano di più di 2 milioni di americani che ogni anno sono infettati con patogeni resistenti e circa il 20-25% di questi sono da batteri di origine alimentare.
Il caso Perdue
Prima di Mc Donald’s era stata un’azienda produttrice di pollami americana a dimostrare che è possibile utilizzare pollo allevato senza antibiotici. Perdue, infatti, ha cominciato a sospendere i trattamenti routinari di antibiotici nel 2012, e nel 2014 ha annunciato di aver eliminato la gentamicina, uno degli antibiotici più efficaci contro infezioni che colpiscono gli umani. È stato cancellato perfino il trattamento previsto negli incubatoi, la fase più difficile dell’allevamento. Adesso due terzi dei polli venduti sono etichettati come “no antibiotics ever“, mai trattati con antibiotici.
E in Italia?
Il nostro Paese non è immune dall’emergenza antibiotico-resistenza: in Italia le infezioni correlate all’assistenza intra-ospedaliera colpiscono ogni anno circa 284.000 pazienti (dal 7% al 10% dei pazienti ricoverati) causando circa 4.500-7.000 decessi. Questo per dire che una decisione come quella americana sarebbe utile anche entro i nostri confini.
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