Con una condivisione piena da parte di tutte le forze politiche del Consiglio regionale, la Campania ha approvato ieri la legge sull’uso terapeutico della cannabis, e diventando la decima regione italiana ad aver una legislazione ad hoc. La spinta all’approvazione del testo è stata la volontà di rispondere “alle esigenze dei tanti malati affetti da patologie neurodegenerative”. I farmaci a base di Thc potranno così essere prescritti come trattamento sintomatico per malattie come Sla, sclerosi multipla, tumori, disturbi d’ansia e post traumatici da stress, artrite remautoide.
Copertura del Ssn
Alberto Ritieni, professore di chimica degli alimenti all’Università Federico II di Napoli, tra gli studiosi che hanno appoggiato il comitato per l’approvazione della legge, commenta il risultato: “Fino ad adesso potevi curarti con la cannabis, ma era tutto a carico tuo. Nel momento in cui la regione ne riconosce l’utilità e metta una voce di spesa anche per questo, c’è la possibilità, per alcune patologie, con alcune regole per cui ci deve essere un opportuno piano terapeutico e medici specialistici, di riconoscere il costo a carico del welfare statale“.
Promozione della ricerca
La legge prevede la sottoscrizione di accordi con le università campane ed è prevista una clausola di valutazione per verificare l’effetto applicativo della cannabis. E’ previsto anche un Comitato tecnico scientifico con il compito di diffondere la conoscenza dei vari impieghi e degli effetti della cannabis. Toccherà sempre al Comitato formare e aggiornare periodicamente gli operatori sanitari e provvedere alla realizzazione di progetti di ricerca per le cure palliative e per la terapia del dolore. Per il 2016 la normativa sarà finanziata con un fondo di 500 mila euro di fondi regionali, che sembrano molto pochi per le ambizioni della legge, tra cui promuovere anche la ricerca sull’utilizzo della cannabis in altri campi, come quello alimentare, tessile, e per la bonifica di terreni.
Formazione per i medici
Annunziata Lombardi, consulente tecnico-scientifica per la stesura della legge e farmacista specializzata in galenica tradizionale e chimica, spiega i passi avanti della legge per evitare che i medici-obiettori sabotino le nuove regole: “Esistono già degli hub, con medici istruiti per la terapia con i farmaci cannabinoidi, ma al di là degli hub inizierà la formazione prima sui medici specialistici e poi sui medici di base, per la prescrizione di farmaci cannabinoidi. Ma una prescrizione – specifica Lombardi – non intesa solo in termini di formalità da mettere in ricetta, ma come capacità di seguire i pazienti nel dosaggio. E sono state strutturate delle academy di formazione per i medici”. Gli hub di cui parla la dottoressa Lombardi sono i centri della terapia del dolore, ma l’esperta specifica: “La rimborsabilità introdotta non è rivolta solo alle malattie che rientrano nella terapia del dolore, ma anche a chi soffre di glaucoma, a chi ha problemi di resistenza alla terapia convenzionale, a chi soffre di epilessia o parkinson. pazienti che non si rivolgono ai centri della terapia del dolore, ma che vanno in altri centri”.