Inizia la discussione alla Camera sul Ddl a firma Giachetti, su testo di Della Vedova e Manconi, per la legalizzazione della cannabis, e non mancano le polemiche. Il Test Salvagente ha lanciato un sondaggio su Twitter per tastare il polso degli italiani, divisi tra favorevoli e contrari. Il testo di legge, spiegato qui in maniera approfondita, prevede la depenalizzazione per il possesso di cannabinoidi, l’affidamento allo Stato del monopolio della produzione a fine commerciale e la possibilità di autoprodurre le piante entro un limite preciso.
Il proibizionismo ha fallito
A dirlo, negli ultimi anni, sono enti internazionali insospettabili. Già nel 2011 la Commissione Globale per la politica sulla droga, guidata dall’ex segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, aveva dichiarato che cinquant’anni di proibizionismo contro le droghe non hanno portato a nessun risultato e la strada da seguire è quella della legalizzazione”. Risultato simile raggiunto alcuni mesi fa dal rapporto “After the drug wars” della London School of Economics, sottoscritto anche da Vernon Smith, Thomas Schelling, Eric Maskin, Oliver Williamson, premi Nobel per l’Economia, da François Barre-Sinoussi, Nobel per la Medicina, e dal presidente colombiano Juan Manuel Santos. Secondo il rapporto: «La comunità internazionale ha dato priorità a misure proibizionistiche che hanno comportato un costo socioeconomico terribile». Inoltre, seconco un sondaggio della Washington University School of Medicine di St.Louis, da quando la cannabis è stata legalizzata in diversi stati, gli adolescenti americani ne consumano di meno.
Un colpo durissimo alle mafie
Anche la Direzione nazionale antimafia (Dna), pochi giorni fa ha ribadito quanto già affermato in passato: “Questo Ufficio esprime parere positivo per tutte le proposte di legge che mirano a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati”. Una misura che la Dna considererebbe strategica per il contrasto alle mafie, perché assesterebbe un colpo durissimo alle casse dei clan (Secondo l’Osservatorio europeo sulle droghe, il giro stima in circa 7,2 miliardi di euro, il giro d’affari delle droghe leggere in Italia, mentre secondo dati governativi potrebbe arrivare persino a 30 miliardi). Inoltre, le tante risorse impiegate dalle forze dell’ordine nel reprimere lo spaccio di cannabis, potrebbero essere impiegate nella repressione di crimini più pesanti.
Enorme gettito fiscale
Secondo i calcoli sui benefici finanziari della cannabis dell’Università di Messina, pubblicato su lavoce.info, lo Stato potrebbe guadagnare, tra entrate fiscali e mancate spese (quelle impiegate per la repressione del fenomeno e per la carcerazione dei detentori di sostanze), ben 8,5 miliardi di euro l’anno. Per dare un’idea, la legge di stabilità del 2016 era di 30 miliardi. Il Colorado, uno dei primi stati Usa a legalizzare la cannabis, nel 2015 ha avuto introiti fiscali per 113 milioni di dollari. Inoltre, i primi dati relativi allaLa notizia è di quella che non piacerebbe a Giovanardi e ai proibizionisti, secondo cui legalizzare le droghe leggerespianerebbe la strada alla tossicodipendenza su più livelli.
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Maggiore sicurezza per i consumatori
Secondo l’Onu, quasi il 15% della popolazione italiana (1 su 7) fa uso costante o saltuario di droghe leggere. Ma, come l’inchiesta del Test Salvagente ha svelato nel numero di dicembre, analizzando campioni di marijuana comprati in diverse piazze di spaccio, per strada non c’è nessun controllo sulla composizione della cannabis che si trova, e negli ultimi anni si sta affermando un prodotto molto forte, sempre meno simile alla droga leggera comune fino a qualche anno fa. La legalizzazione permetterebbe di limitare i rischi per i consumatori, non solo quelli per la salute, ma anche quelli legati al doversi rivolgere a un sottobosco criminale per ottenere la sostanza.
Implementare l’uso terapeutico
L’utilizzo di cannabinoidi a fini terapeutici per i malati di cancro, Sla, sclerosi, e altre malattie, è già consentito in Italia. Purtroppo i meccanismi per ottenere la prescrizione sono farraginosi e l’obiezione di coscienza di tanti medici ne rende difficile l’attuazione. Così come è difficile reperire i farmaci a base di Thc, dato che la quasi totalità è importato dall’estero con alti costi per i malati italiani. La legge propone una semplificazione delle procedure e l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno nazionale con coltivazione italiana.