Caro Test,
ti informo di un episodio “strano” e inaspettato. Ero a un matrimonio in provincia di Matera e ricevo sul telefonino (sono un cliente Wind) un avviso che mi ha guastato la serata… e il dolce che stavo gustandomi in quel momento.
Ecco cosa ho letto: “Vivooz abbonamento attivato costo 4.99 E a settimana. Per disattivare 02/36042830″ Ho smesso di mangiare e sono andato a disattivare il servizio che non mi ero mai sognato di attivare. La signorina del call center ha comunque tenuto ad informarmi che avrei dovuto pagare per la disattivazione i 4.99 euro di cui sopra. Ho constatato su internet che fatti del genere accadono molto spesso e già in passato mi era successo con un certo GoCinema, che avrei “attivato” al costo di 7 euro settimanali. Anche allora cancellai subito l’abbonamento non richiesto e fui costretto comunque a pagare per un servizio non richiesto nè voluto. Come mai succedono queste cose e perchè il cliente ignaro è tenuto a pagare? Faccio due conti veloci, 12 euro tra Vivooz e GoCinema, solo per cancellare due forme di abbonamento non volute nè richieste. Si tratta solo di un involontario errore a mio danno?
Buon lavoro, Paolo Onesti
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Caro Paolo, ancora una volta ci siamo rivolti a Valentina Masciari, responsabile del servizio utenze di Konsumer Italia. Ecco la sua risposta:
Iniziamo subito con il dire che il problema in cui è incorso il lettore, non riguarda solo lui ma, tantissime persone che si ritrovano attivati, senza la loro dovuta autorizzazione  e nella più totale inconsapevolezza, abbonamenti a pagamento non richiesti.
Oggi il numero di questi casi è leggermente in diminuzione ma solo perché ai vari gestori di telefonia mobile sono state comminate da parte dell’Antitrust delle multe salatissime.
Paolo ha seguito la procedura corretta per disattivare tale abbonamento Vivooz , che fa capo al gruppo dei servizi abbinati a Mobile Pay,  ma aggiungo che per essere quantomeno al riparo da ulteriori sorprese, potrebbe anche attivare, rivolgendosi al suo gestore, il Servizio Barring, considerando però che l’ tale servizio (gratuito) potrebbe comportare qualche difficoltà nella ricezione di quegli sms che inviano le banche.
Aggiungo che i Provider che gestiscono questi servizi, sono numerosissimi e che non è completamente vero che i gestori non c’entrano nulla in questa strana combinazione che si crea a danno del cliente, tant’è che una parte dei ricavi derivanti da tali pratiche, vengono distribuiti anche agli operatori telefonici.
A questo punto, il Sig. Paolo, deve però recuperare le somme che gli sono state indebitante sottratte magari solo perché ha sfiorato inavvertitamente un banner su Facebook o su un altro sito su cui stava navigando, senza esprimere alcun consenso all’attivazione di qualcosa.
Io suggerisco di inviare una formale richiesta di rimborso innanzitutto al proprio operatore, dettagliando i propri dati e gli importi degli addebiti ma aggiungo di inviare una contestazione per flusso poco chiaro, anche al Provider, richiedendo sempre un rimborso per l’attivazione fraudolenta e l’eliminazione dai loro  date base dei propri dati/numeri.
Finisco dicendo che non ci sono metodi infallibili per proteggersi da attivazioni non richieste, ma alcuni piccoli accorgimenti potrebbero limitare i danni, come prestare molta attenzione durante la navigazione e quindi non toccare banner o link sospetti, anche se con i telefoni touch, è facile incorrere in tali inconvenienti, non rispondere a messaggi provenienti da numeri di natura poco chiara, non dare il consenso al trattamento dei propri dati da parte di Società terze all’atto della sottoscrizione del contratto e nel caso in cui tutto questo non basti, procedere immediatamente alla disattivazione del servizio, per limitare i danni.