Il prossimo 25 luglio sarà una giornata storica alla Camera dei deputati: per la prima volta in Italia il Parlamento discute una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. Il tema è entrato via via nella discussione pubblica, seguendo la diffusione trasversale dell’uso di marijuana e hascisc – l’Italia è il Paese europeo con più consumatori abituali di droghe leggere, pari al 14,3% della popolazione – e la battaglia dei malati di Sla, sclerosi multipla, che hanno ottenuto l’introduzione della cannabis terapeutica. Adesso affronta la prova di Montecitorio. Il Test Salvagente che a novembre aveva portato in laboratorio campioni di marijuana spacciata in tutta Italia, ne parla con Luigi Manconi, Senatore Pd, radicale e firmatario della Pdl insieme a Benedetto Della Vedova.
Senatore Manconi, finalmente la vostra Pdl approda in Aula.
C’è un fatto di fondamentale importanza: per la prima volta la Camera dei deputati affronta la questione. Molto importante anche perché l’iniziativa è sostenuta da oltre 220 parlamentari di tutti i partiti, e anche questo è molto significativo, e soprattutto perché finalmente una tematica che fuori, nella società , viene affrontata, appassiona, divide e soprattutto ottiene un numero crescente di consensi, approda a una dimensione istituzionale. Poi che cosa accadrà non sono in grado davvero di prevederlo già sono contento che si possa discutere razionalmente.
Su cosa punterete per convincere gli indecisi? Sugli aspetti medici?
Medico-sociale, che significa tantissime cose. Partendo dal presupposto che una sostanza legalizzata è in ogni caso, qualunque sia la sua nocività , sottoposta a regole, limiti, vincoli, e dunque fa meno danni di una sostanza non legalizzata e non regolamentata. Questo è l’assunto principale.
Uno degli scogli maggiori potrebbe essere l’aspetto etico: i contrari sostengono che non è giusto che lo Stato faccia soldi con le droghe.
Lo Stato fa soldi su molti comportamenti moralmente reprensibili, dal gioco d’azzardo al consumo di tabacco, dunque si tratta di far sì che queste attività che producono profitti siano poi indirizzate a ridurre i danni che quel consumo determina.
Secondo il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia, Enrico Costa, annuncia battaglia contro la legge. Crede che all’interno della maggioranza la sua posizione sia minoritaria?
Non sono in grado di fare una previsione. Credo che sia molto ampio il numero di coloro che hanno una posizione diversa.
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