Colosseo quadrato, marcia indietro di Fendi: “Equivoco con il gay pride”

“Fendi ha chiarito l’equivoco con Roma Pride autorizzando l’utilizzo di Palazzo della Civiltà Italiana nella campagna sostenendo, quindi, la manifestazione del Roma Pride 2016 che si sta tenendo in questi giorni a partire dal 3 giugno fino al 12 giugno e che avrà come momento principe la Grande Parata dell’11 giugno” Con una nota congiunta firmata dalla maison, dal Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli” e dal Roma Pride, è arrivato il chiarimento o, più probabilmente la marcia indietro, da parte della casa di moda che ieri era finita al centro delle polemica per aver intimato agli organizzatori della manifestazione Lgbti di ritirare le immagini scattate davanti al Colosseo quadrato per la campagna di lancio dell’evento.

Niente foto senza autorizzazione

Tutto era nato da una lettera mandato dai legali di Fendi che minacciava azioni legali contro gli organizzatori del Roma Pride, in quanto da quando la casa ha stabilito la propria sede nello storico edificio, è “esclusiva licenziataria dell’immagine” dell’immobile. In altre parole, chiunque volesse autorizzare quello sfondo per un’attività pubblica, deve chiedere l’autorizzazione alla maison.

Il chiarimento

Difficile credere alla svista, che gli avvocati di Fendi non avessero controllato eventuali autorizzazioni concesse prima di mandare una lettera così dura. Più probabile che di fronte al clamore e al rischio danno d’immagine e boicottaggio, la casa di moda abbia fatto un passo indietro, pur giustificandolo con parole di elogio per le battaglie per la diversità: “Da sempre per Fendi – ha spiegato la maison – la valorizzazione delle diversità professionali, culturali e di genere è parte integrante della cultura della società, la quale in nessuna attività, interna o esterna, discrimina in base all’orientamento sessuale, identità di genere, razza, colore, sesso, religione, opinioni politiche, nazionalità, origini sociali, etnia, invalidità, età, stato civile o altra condizione personale. L’ambizione e la volontà di Fendi sono sempre state quelle di creare team di lavoro eterogenei che riflettano e rispettino le diversità, ritenendole un’importante fonte di arricchimento”.

Luxuria: Assurdo proibire un edificio artistico

Sulla vicenda, era intervenuta anche l’ex deputata transgender Vladimir Luxuria, che a LetteraDonna ha dichiarato: «Trovo assurdo che un edificio, o meglio, un’opera d’arte venga proibita a qualcuno».

 

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