La tassa sulle bibite gassate è diventata nelle ultime ore uno dei motivi di polemica tra i due candidati in corsa per le primarie dei Democratici negli Stati Uniti, Hillary Clinton e Bernie Sanders. Il diverbio è nato in seguito alle decisione del sindaco di Philadelphia, Jim Kenney, di imporre la tassa sulle bibite ricche di zucchero e anidride carbonica, e utilizzare i proventi per finanziare gli asili nido della città.
In Francia e Inghilterra è già legge
Già da tempo il dibattito sulla “sugar tax” anima forti polemiche in tutto il mondo. Il primo stato a imporre una tassa del genere è stato il Messico, seguito da Gran Bretagna, Francia e Ungheria. Ora la discussione infiamma le primarie americane: “Bisogna cominciare presto a lavorare con le famiglie, con i bambini, per costruire le risorse della comunità”, ha dichiarato alla Cnn la probabile candidata alla presidenza degli Stati Uniti per il partito di Obama, aggiungendo: “Supporto convintamente la tassa sulle bibite gassate proposta dal sindaco per creare asili nido per tutti i bambini”. Di parere opposto è invece il candidato della sinistra dei Democratici, Bernie Sanders, che si è detto convinto sostenitore di un sistema universale di asili nido, ma ha anche definito la proposta di Kenney “Una tassa regressiva che aumenterà significativamente la pressione fiscale sui i ceti medio-bassi negli Stati Uniti”.
Fondazione Ramazzini: “Tassa inutile contro l’obesità”
Anche in Italia se ne discute come deterrente per disincentivare il consumo di prodotti che favoriscono l’obesità, soprattutto tra i giovani e i bambini.
Anche tra gli esperti, però, c’è chi storce il naso di fronte alla via che passa per la sanzione, come nel numero di aprile de Il Test Salvagente aveva spiegato Morando Soffritti, direttore scientifico della Fondazione europea di Oncologia e Scienze ambientali Ramazzini: “Ci abbiamo provato con alcol e fumo senza successo. E i consumi sono scesi solo quando nei consumatori è penetrata la convinzione che questi prodotti facevano male. Non solo. Una tassa sugli zuccheri potrebbe incrementare proprio l’uso di edulcoranti, spostando i rischi dall’obesità agli effetti a lungo termine che abbiamo documentato. E non sarebbe una conquista per nessuno. Meglio l’educazione verso le famiglie, unita, ovviamente, all’aggiornamento delle norme. In base alle evidenze”.