Il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha confermato oggi l’intenzione del governo di posticipare al 15 maggio i termini per la presentazione dell’autocertificazione e ha poi dichiarato che non è possibile inserire nel decreto ministeriale una definizione di apparecchio televisivo, perché nella legge non è rintracciabile alcun mandato che consenta di intervenire sul presupposto oggettivo dell’imposta.
“Evidentemente a 9 giorni dalla scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione sostitutiva al governo non hanno ancora capito le implicazioni del mancato parere del Consiglio di Stato” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Il punto, infatti, non è inserire la definizione di apparecchio nell’ambito del decreto Mise varato sulla base dell’ art 1 comma 154 della Legge di stabilità, ma emanare urgentemente una nuova nota rispetto a quella attualmente in vigore del ministero dello Sviluppo Economico del 22 febbraio 2012, nella quale, ad esempio, si riportano ancora come atti alla ricezione i ricevitori radio fissi, i ricevitori radio portatili, i ricevitori radio per mezzi mobili, i lettori Mp3 con radio FM integrata” ha proseguito Dona.
“Come fanno i cittadini a spedire la dichiarazione di non possedere un apparecchio adattabile, se non sanno cosa è adattabile. Non basta dire in tv o sui giornali che smartphone e tablet non devono pagare il canone, va scritto nero su bianco in una circolare esplicativa che annulli la nota precedente” ha concluso Dona.