“C’è un lato oscuro nel settore agroalimentare italiano e quelle ombre arrivano direttamente sulle nostre tavole. Sono i frutti finali delle filiere sporche, quelle che stando agli ultimi dati interessano ancora oggi qualcosa come 400.000 lavoratori, stranieri nell’80% dei casi”.
Parole forti, ancor di più se si pensa che a metterle nero su bianco non è la “cricca” di #FilieraSporca, ossia un pool coraggioso di associazioni che i nostri lettori oramai conoscono bene, ossia Terra! Onlus, daSud e Terre Libere. A scandire queste parole, è nientemeno che Coop Italia, il leader della grande distribuzione italiana che definisce questa come “un’emergenza sociale drammatica”. Tant’è che ha deciso di farne una campagna su media e web, dal nome Buoni e Giusti Coop.
È vero che Coop parte da una posizione privilegiata, è stato il primo distributore in Europa ad adottare (dal 1998) lo standard SA8000 per ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale dai propri fornitori di prodotto a marchio. ma oggi rilancia e, soprattutto, ne fa una campagna che lo stesso ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, definisce “Un’occasione di sana competizione con le altre aziende di distribuzione sul mercato”.
CONTROLLA COOP
Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità e dove più frequentemente emergono episodi di sfruttamento dei lavoratori; agrumi, fragole, pomodori, meloni, angurie, uva, patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo saranno oggetto di controlli da parte di Coop. Non solo degli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop, ma 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). Un fatturato, solo per Coop di 300 milioni l’anno.
A tutti Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l’esclusione dal circuito. Inoltre il leader della distribuzione ha intensificato i controlli; sotto esame la filiera degli agrumi (clementine e arance Navel) indagata dagli auditor di Bureau Veritas, leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, di verifica di conformità e di certificazione.
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MARTINA: LA LEGGE ANDRA’ VELOCE
Apprezzamento non formale dell’iniziativa è venuto da Maurizio Martina che sul fronte della lotta al Caporalato sta giocando una partita importante. “Le partite da giocare ci devono vedere in squadra più di quanto è successo fino ad ora – ha commentato il ministro – e quando si insiste su responsabilità, valori e legalità si rafforza il mercato del made in Italy, levando ogni ombra possibile”. Il rischio, infatti, è abbastanza chiaro: che l’impresa “cattiva” scacci quella buona e che la ricerca del prezzo più basso possibile faccia a pugni con i diritti delle persone. O con quelli del prodotto autentico, altro punto a effetto della campagna Buoni e Giusti di Coop con lo slogan La frode dà solo pessimi frutti.
Martina, che segue con attenzione l’iter parlamentare del disegno di legge contro il caporalato e il lavoro nero, ora al Senato, spiega al Test-Salvagente che “la forte attenzione da parte delle forze politiche al tema dovrebbe favorire tempi veloci, e al Senato il passaggio potrebbe essere questione di settimane”.
Il disegno di legge, lo ricordiamo, prevede un rafforzamento della Rete del lavoro agricolo di qualità, un piano di interventi per l’accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali e, soprattutto, l’inasprimento delle sanzioni penali a carico di chi sfrutta il lavoro nero, tra l’altro con l’estensione dell’arresto obbligatorio anche per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.