Nessuno esproprio dopo 7 rate di mutuo non pagate. Dopo le proteste dei giorni scorsi, il Governo è corso ai ripari e le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno licenziato due pareri sul decreto mutui. In entrambi i casi sono stati apportati dei mini-correttivi rispetto al testo proposto. Il via libera con il voto favorevole della maggioranza e quello contrario delle opposizioni (contrari Lega, Sinistra italiana e il Movimento 5 stelle) al parere predisposto dai relatori, Giovanni Sanga (Pd) alla Camera e Lucrezia Ricchiuti (Pd) al Senato. Rispetto alla precedente versione del parere, a Montecitorio è stato aggiunto un passaggio che impegna le banche “a valorizzare l’immobile al miglior prezzo di realizzo possibile, indipendentemente dall’ammontare del debito residuo”. Mentre a Palazzo Madama è stato precisato che l’inadempimento per mancato pagamento che può far scattare il trasferimento della casa dal mutuatario alla banca potrà essere definito o “per l’equivalente di 18 rate mensili” o eventualmente potrà essere espresso “in percentuale del mutuo”. Per la relatrice Ricchiuti le due ipotesi dovrebbero essere alternative e l’eventuale percentuale dovrà essere definita. Obiettivo dei due nuovi interventi è introdurre nuove tutele per il debitore in caso di sottoscrizione della clausola di morosità ma resta un passo indietro rispetto all’attuale previsione che prevede l’intervento del giudice.