Una frode che tra il 2014 e 2015 ha portato oltre 2mila tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da Spagna e Grecia a essere commercializzate come olio 100% italiano. Quella scoperta ieri dalla Procura della Repubblica di Trani, con l’operazione Mamma mia, è una delle tante notizie di scandali che turbano il mondo dell’extravergine italiano. E oscurano l’immagine di uno dei gioielli italiani.
Per questo molti lettori ci hanno scritto di fare i nomi, ossia di pubblicare le aziende coinvolte. Cosa resa oggi possibile dalle prime indiscrezioni sugli indagati, accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali, connessi a un giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro.
Si tratta di Giuseppe Cavallaro, titolare della omonima ditta, Salvatore Seminara, della Olearia Salvatore Seminara; Luigi Latorre; Riccardo Cialdella, della Olii sud alimentari di Cialdella Riccardo; Gianluca Cialdella della Mediterranea olii; Felice Cialdella, amministratore delegato della due aziende di famiglia; Umberto Patruno e Filippo Patruno della Olearia Pu.