Legalizzazione cannabis, Rossi (Toscana): “Sì al modello Colorado”

“In Colorado con la legalizzazione si sono ottenuti due risultati: si è spezzato il ciclo dello spaccio e contrastato l’illegalità  e si sono aumentate le entrate di 100 milioni di dollari, che sono serviti per potenziare il welfare. Mi auguro che anche da noi la strada della cannabis non si fermi qui, ma che anche nel nostro paese possa andare avanti”. È l’auspicio espresso dal governatore della Toscana Enrico Rossi che, intervenendo alla presentazione del libro “Cannabis…. per tutti”, che nella giornata di ieri aveva anche incontrato il governatore del Colorado, John Hickenlooper, che gli ha raccontato di aver introdotto l’uso terapeutico della cannabis, e anche di averla legalizzata.

“La cannabis sta a pieno diritto tra le opportunità di cura del servizio sanitario toscano. Se funziona, noi siamo favorevoli al fatto che si usi”, ha precisato Rossi per lungo tempo assessore alla Sanità in Toscana. “La Regione Toscana – ha spiegato – ha sempre avuto un atteggiamento di apertura. Quando ero assessore al diritto alla salute, abbiamo voluto che fitoterapia, agopuntura, omeopatia, quelle che un tempo venivano chiamate medicine alternative, e oggi complementari, venissero inserite nel sistema sanitario regionale con una loro ufficialità. Oltre alla medicina ufficiale codificata ci sono anche altri modi di curare, e se sono riconosciuti efficaci, è bene che stiano dentro il servizio sanitario regionale. È così anche per la cannabis”.

Terapeutica, il primo sì in Piemonte

Intanto altre Regioni si stanno muovendo sul fronte della marijuana terapeutica. In Piemonte la commissione regionale Sanità ha approvato la delibera regionale di indirizzo che recepisce le disposizioni contenute nel cosiddetto decreto Lorenzin. Nelle prossime settimane l’assessorato, dando seguito alle richieste emerse in commissione, manderà un’informativa a tutte le Asl piemontesi e a tutti i medici di famiglia, per diffondere la conoscenza dell’impiego, le modalità di prescrizione e le forme di rimborso. La giunta si è dimostrata inoltre disponibile a istituire una commissione scientifica per ampliare gli studi e le ricerche sull’impiego e sugli effetti della canapa.

Lombardia, i Radicali: “Non solo in ospedale”

In Lombardia invece il Partito radicale ha presentato una proposta di legge regionale di iniziativa popolare per la regolamentazione della cannabis ad uno terapeutico. “Il consiglio regionale lombardo ha tre mesi di tempo per discutere la legge – ha spiegato il segretario della associazione Enzo Tortora, Radicali Milano, Lorenzo Lipparini – scaduti i quali ci sarà una calendarizzazione automatica della legge nella prima seduta utile del consiglio”. La Regione ha recepito il decreto Lorenzin, che prevede l’utilizzo della cannabis terapeutica, ma in Lombardia è possibile usufruirne solo in ambito ospedaliero.

“La nostra proposta – ha spiegato la Radicale, Rita Bernardini – fa un passo avanti e contempla anche l’utilizzo domestico della cannabis a scopo terapeutico . Una legge nazionale esiste dal 2007, sono passati dieci anni e solo poche decine di malati hanno avuto accesso a questi farmaci”, che vengono somministrati tramite vaporizzatori, spray, oli essenziali o aerosol.

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