In tutto il mondo si discute oggi, anche grazie alla riunione d’urgenza dell’Oms, di Zyka virus e del rischio che causa ai nascituri. Test-Salvagente ha voluto sentire Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura del Policlinico dell’Università di Milano e presidente della società scientifica WAIDID (World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders).
Professoressa Esposito, Zika esiste da decenni, perché non è stato trovato un collegamento alla microcefalia prima?
Fino a poco tempo fa si prestava poca attenzione al virus, i cui sintomi sono simili a quelli di altre infezioni virali. Inoltre, il numero di persone colpite non era così significativo da interessare molte gravide e da far emergere una particolare incidenza di anomalie fetali. Tra l’altro non tutte le madri contagiate la trasmettono ai figli: la percentuale non è nota, potrebbe dipendere dal trimestre di gravidanza in cui vengono infettate, dal sistema immunitario materno e dalla carica virale. Peraltro la microcefalia fetale può avere diverse cause tra cui il contagio con il virus di rosolia, citomegalovirus e toxoplasmosi.
Per le future mamme italiane è un rischio concreto?
Per le donne incinte, in Italia, la rosolia rappresenta un rischio più concreto di incorrere in problemi di sviluppo del feto rispetto a Zika. Secondo recenti dati la copertura vaccinale per morbillo, parotite e rosolia è all’85% per la prima dose e scende all’82% per il richiamo, senza il quale la copertura non è assicurata. In pratica quasi due giovani su dieci non sono protetti, con una percentuale consistente di donne in età fertile che possono quindi ammalarsi e trasmettere l’infezione al neonato con conseguenti malformazioni.
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Come faccio a sapere se sono stato infettato da Zika?
È spesso una infezione con sintomi sovrapponibili a quelli di molte altre infezioni virali, quindi non è possibile la diagnosi solo sulla base del quadro clinico. Non c’è ancora un test rapido per la diagnosi sulle secrezioni respiratorie e anche il dosaggio degli anticorpi su sangue non risulta di grande utilità. Per rilevare il virus Zika è necessario un test molecolare molto specifico perché il virus Zika è simile ai virus che causano la dengue e la febbre gialla e può dare falsi positivi in presenza di anticorpi per quei virus.
Quali le armi di difesa?
Non esiste terapia né vaccino. L’unica arma è usare precauzioni per evitare punture di zanzare nei Paesi endemici, come: l’utilizzo di repellenti per la pelle e per i vestiti, dormire in stanze con aria condizionata e coperti da zanzariera, evitare ambienti con acqua stagnante, coprire più possibile le parti del corpo, vestirsi con colori chiari e usare il cappello.
C’è motivo di allarme?
Lo stato non è assolutamente di allarme ma non possiamo dire che il problema non ci riguardi del tutto perché il nostro paese ha visto il diffondersi di malattie trasmesse da zanzare della famiglia Aedes, a cui appartiene la zanzara tigre, come la febbre di West Nile. Mentre altre malattie trasmesse dalla zanzara della stessa famiglia non sono mai arrivate, come la febbre gialla.