Non ci stanno a passare come un pericolo per i minorenni. E reagiscono contro la dilagante epidemia di divieti che sta caratterizzando la vendita degli energy drink, tipo Red Bull. L’associazione Energy Drinks Europa (EDE) ha preso di punta gli ultimi provvedimenti che riservano la vendita di questi prodotti ai maggiorenni, prima in Lituania e più recentemente in Lettonia, affermando che potrebbero essere contrari al diritto comunitario.
Andreas Kadi, presidente del gruppo commerciale, ha spiegato a Nutraingredient.com: “EDE è convinto che le nuove disposizioni che vietano la vendita di bevande energetiche per le persone sotto i 18 anni in Lettonia non sono scientificamente comprovate, sono sproporzionate e discriminatorie, e pertanto potrebbe essere considerate contrarie al diritto comunitario”.
“Come l’alcol e il tabacco”
Le preoccupazioni ricorrenti sembrano però legittime, tanto da proporre che si arrivi a limitarne l’età di consumo, un po’ come avviene per l’alcol e il tabacco.
Il parere, che di certo non farà piacere all’industria che sulle bevande a base di caffeina sta facendo affari d’oro in tutto il mondo, è venuto perfino da un pool di autorevoli membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche se non si tratta di un report che riflette ufficialmente le politiche dell’Oms, la ricerca uscita sulla rivista scientifica “Frontiers in Pubblic Health” ha un suo peso se non altro per le personalità di chi l’ha firmata: tra gli altri João Breda, Ricardo Encarnação, Stephen Hugh Whiting, Stina Norberg, Rebecca Jones e Jo Jewell, membri del panel europeo Oms nutrizione, attività fisica e programma antiobesità e Marge Reinap, capo dell’ufficio estone dell’Oms.
Le conclusioni a cui arrivano gli esperti, infatti, non risparmiano nessuno: autorità pubbliche, colpevoli di non aver regolamentato un mercato tanto redditizio quanto pericoloso; produttori, autori di un marketing aggressivo su consumatori troppo giovani e indifesi, e autorità scientifiche europee, “ree” di non aver condotto un sufficiente numero di studi approfonditi sui rischi degli energy drink.
Il mercato vola le regole no
Partiamo con ordine. La ricerca, appunto, realizzata esaminando e selezionando le pubblicazioni più rilevanti e gli articoli fino a giugno 2014.
Una “review” nuova, come “nuove” sono queste bevande che in pochi anni hanno conquistato un mercato planetario fatto, soprattutto, di giovani. Basti pensare che solo nel 2006, quasi 500 nuove marche di bevande energetiche sono state lanciate in tutto il mondo. E appena sei anni dopo, nel 2012, il fatturato aveva superato i 12,5 miliardi di dollari. Una crescita esponenziale che non ha stimolato un aggiornamento da parte delle autorità regolatorie europee: per quanto gli energy drink abbiano fatto la prima comparsa nel Vecchio Continente nel 1987, infatti, ancora oggi il mercato non è regolamentato a sufficienza. Si deve aspettare il 2004 perché le normative europee impongano che sia segnalata chiaramente in etichetta la presenza di caffeina per le bevande che ne contengono almeno 150 mg/l. E solo da quest’anno saranno rafforzate le misure europee per garantire che tutte le bevande ad alto contenuto o arricchite di caffeina riportino la dicitura “Elevato tenore di caffeina. Non raccomandato per bambini o donne in gravidanza o che allattano al seno”, seguita dal tenore di caffeina espressa in mg/100 ml.
Misure sufficienti? Certamente no a detta di chi è preoccupato dall’impatto di queste bevande su un pubblico di giovanissimi. Che, va detto, non è trascurabile se si considera che uno studio condotto dall’Efsa nel 2011 in 16 paesi dell’Unione europea ha stabilito che il 68% degli adolescenti (di età tra 10-18 anni) e il 18% dei bambini (sotto i 10 anni) hanno consumato bevande energetiche. Con un consumo medio di 2 litri tra gli adolescenti e 0,49 litri nei bambini.
Bambini e adolescenti
E i rischi, secondo i dati scientifici raccolti dai due esperti dell’Oms, sembrano oramai chiari. Primo fra tutti quello che ha il consumo di caffeina tra i bambini e gli adolescenti, compresi gli effetti sui sistemi neurologici e cardiovascolari. Oltre a problemi di comportamento e alterazione delle capacità cognitive negli adolescenti che fanno uso di bevande energetiche. Provato anche l’aumento del rischio di obesità, a causa dell’elevato contenuto di zucchero si questi drink. Non solo, uno studio realizzato negli Stati Uniti ha mostrato il pH acido e l’alto contenuto di zucchero di questi prodotti può essere responsabile di carie dentali, e un altro ha mostrato che può causare l’erosione e la rimozione dello strato superficiale di smalto.
Ma non c’è solo la caffeina tra gli ingredienti che preoccupano gli scienziati. Sugli effetti acuti e a lungo termine dell’associazione tra caffeina e altre sostanze presenti in queste bevande, tra cui guaranà, glucuronolattone, taurina e vitamine del gruppo B sarebbero necessari ulteriori studi.
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Sedotti dalla pubblicità
Che i ragazzi non siano coscienti dei rischi degli energy drinks lo ha testimoniato un’interessante ricerca condotta su 400 giovani tra i 16 e i 20 anni di un liceo di Acerra, in provincia di Napoli, dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II, presso i Laboratori di Chimica degli Alimenti diretti dal professor Alberto Ritieni.
“Il tema di questo studio è nato da precise richieste dei ragazzi, durante un lavoro su corretta alimentazione e rischio obesità che stavamo realizzando in questo liceo”, aveva spiegato all’epoca al Salvagente il docente napoletano. Gli studenti hanno chiesto di poter lavorare su questo argomento, hanno elaborato un questionario a partire dalle loro curiosità più significative e lo hanno sottoposto ai propri compagni in forma anonima.
Mix… esplosivo
Una particolare attenzione della ricerca è stata nell’indagare l’associazione tanto popolare tra il consumo di bevande energetiche e l’alcool. Una pratica in aumento tra i ragazzi, con il 71% dei giovani tra 18 e 29 anni che consumano il pericoloso mix con comportamenti ad alto rischio. Uno studio sugli studenti universitari statunitensi, per esempio, ha concluso che i rischi connessi a questa moda erano perfino superiori a quelli corsi da chi consumava solo alcol. E le conseguenze misurate fanno davvero paura, visto che comprendono quelle di essere sfruttato o di approfittare sessualmente di un’altra persona, di guidare in stato di ebbrezza, perfino di ferire o essere feriti. Il meccanismo sembra oramai chiaro: il consumo di elevate quantità di caffeina contenute nelle bevande energetiche riduce la sonnolenza senza smorzare gli effetti dell’alcol con un conseguente stato di “ubriachezza da svegli”. È proprio questo stato che riduce significativamente le percezioni soggettive di alcuni sintomi di intossicazione da alcol, tra cui la compromissione della coordinazione motoria, inducendo il ragazzo a non rendersi conto del proprio stato. E a fare azioni che non è in grado di controllare, visto che in realtà non vi è alcuna reale riduzione degli effetti dell’alcol sulla coordinazione motoria e sui tempi di reazione. Senza contare che proprio la percezione, erronea, di non essere sbronzi induce a bere di più.