Un colpo di spugna per depenalizzare la contraffazione dell’olio di oliva. Sarebbe questo l’effetto se venisse approvato così com’è l’articolato presentato dal governo in Senato (atto 248) relativo al Regolaemento Ue n.29/2012 sulla vendita degli oli. Da reato penale – frode in commercio – a semplice sanzione amministrativa: chi dichiara in modo fraudolento in etichetta “Olio 100% italiano” oggi compie un reato, l’intenzione del governo invece è quella di derubricarlo e punirlo con una semplice sanzione amministrativa.
Colpo di spugna
Per capirci: se da un lato si continua a propagandare la tutela del made in Italy, dall’altro si rischia di agevolare l’agropirateria. Tutto questo in un momento nel quale il mondo dell’olio è stato scosso da importanti inchieste nelle quali si ipotizza innanzitutto la frode in commercio: sia in quella scaturita dal falso extravergine – l’inchiesta condotta dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello partita a seguito delle analisi del Test-Salvagente – sia nell’inchiesta diretta dall’Antimafia di Bari che ha portato al sequestro da parte del Corpo forestale dello Stato di oltre settemila tonnelate di falso olio made in Italy, proveniente in realtà da paesi extracomunitari come Siria, Marocco, Tunisia e Turchia.
Una semplice multa
Oggi la frode in commercio è un reato penale punito ai sensi degli articoli 515 e 517 del codice penale. Se invece venisse approvato lo Schema di decreto legislativo “recante disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolaemento Ue n.29/2012”, firmato dal ministro Boschi e attualmente sottoposto dal governo a parere parlamentare (atto 248, trasmesso in Senato il 20 novembre scorso), chi “non rispetta l’obbligo di indicare in etichetta e nei documenti la designazione dell’origine, nonchè la difforme designazione dell’origine anche ricorrendo a segni, figure o altro” sarà punito semplicemente “con una sanzione amministrativa da 3.500 a 18mila euro“. È questo il contenuto del comma 1 dell’articolo 4 dell’atto di governo n.248 sottoposto a parere parlamentare che sta suscitando molte proteste. Il governo se la sente davvero di agevolare chi truffa i consumatori e penalizza il made in Italy?