Procreazione assistita, Consulta: non è reato selezionare embrioni malati

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo della Legge 40 in cui si contemplava come “ipotesi di reato” la condotta di “selezione degli embrioni” anche nei casi in cui questa sia “esclusivamente finalizzata ad evitare l’impianto nell’utero della donna di embrioni affetti da malattie genetiche trasmissibili rispondenti ai criteri di gravità” stabiliti con la legge sull’aborto e “accertate da apposite strutture pubbliche”.

La Consulta ha dunque ritenuto fondata una delle questioni sollevate dal tribunale di Napoli: la decisione dei giudici è legata alla sentenza che la stessa Corte ha emesso nei mesi scorsi, in cui ha bocciato la Legge 40 nella parte in cui non consentiva il ricorso alle tecniche di procreazione assistita a quelle coppie feritili portatrici, però, di malattie genetiche, e ciò “al fine esclusivo della previa individuazione di embrioni cui non risulti trasmessa la malattia del genitore comportante il pericolo di rilevanti anomalie o malformazioni (se non la morte precoce) del nascituro” proprio per il “criterio normativo di gravità”.

La Consulta ha, infine, dichiarato non fondata la seconda questione di legittimità sollevata dal tribunale di Napoli, e riguardante la sanzione penale prevista per le condotte di “soppressione” di embrioni.

 

 

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